Esperti e Siulp: “Legittima difesa, con la nuova norma rischio Far West”
Il procuratore capo De Donno: “Tema delicato, tra aspettative e confusione”. Il penalista La Scala, presidente nazionale Genus: “Diventeremo tutti Rambo, schizofrenia normativa”
BRINDISI – Se il ministro degli Interni Matteo Salvini esulta di fronte alla nuova legge sulla legittima difesa, i “tecnici”, non nascondono una serie di perplessità e neppure il timore che da quel provvedimento-manifesto della Lega, possa scaturire il rischio di dover raccontare in Italia scenari da Far West. Rischio concreto di fronte a una “schizofrenia normativa”, secondo l’avvocato penalista Antonio Maria La Scala, presidente nazionale dell’associazione Gens Nova Onlus, tra i relatori del convegno organizzato a Brindisi dal Siulp.
Il convegno
Le criticità ravvisabili nella nuova disciplina della legittima difesa, partorita su input del vice premier, sono state affrontate questa mattina dopo i saluti del segretario provinciale del Sindacato italiano unitario dei lavoratori di polizia, Massimiliano Cesario e del questore Ferdinando Rossi, per il quale la tematica resta di stringente attualità tenuto conto dell’esigenza di sicurezza chiesta dai cittadini.
“Da un lato c’è aspettativa elevata, dall’altro c’è anche tanta confusione alimentata dai media”, ha detto il procuratore capo di Brindisi, Antonio De Donno, relatore sugli aspetti tecnico-giuridici dell’intervento legislativo. De Donno ha evidenziato che il concetto di legittima difesa in Italia sia più esteso rispetto alla tutela in ambito europeo: “Esiste la tutela del patrimonio e non solo della persona”.
I recenti casi di cronaca
Le criticità
“C’è poi il riferimento al grave turbamento e mi chiedo: esiste un turbamento che non sia grave?. E ancora, nella nuova legge, si usa una circostanza aggravante per escludere la punibilità nel momento in cui si fa riferimento alle circostanze di luogo, di tempo e di persona. C’è pure il riferimento all’arma legittimamente detenuta, quindi c’è da chiedersi cosa succede nei casi in cui: l’arma non sia legittimamente detenuta, oppure si usi un’arma atipica come il coltello da cucina”.
Il rischio e la schizofrenia normativa
Non solo. “Il legislatore parla di intrusione con violenza o con minaccia: nel primo caso è possibile che l’oggetto siano le cose, nell’altro ci si riferisce alle persone”. La conclusione: “Con queste norme si corre il rischio di un lento avviamento al Far West”, ha detto il penalista. “Diventeremo tutti Rambo, per questo mi fa paura la nuova legge. Vero è che l’esigenza di tutelare il cittadino resta ottima, ma l’impianto codicistico esistente già dal 1930 garantiva la legittima difesa e l’assoluzione. Il problema è la schizofrenia normativa”, ha detto. “Lo stesso discorso vale per la corruzione che resta il reato più diffuso nella Pubblica Amministrazione. Per questo motivo, credo sia necessario puntare su maggiore informazione e sulla formazione per gli operatori, per i ragazzi e per le scuole: con la sola repressione, i reati non diminuiscono. E poi è necessario che sia certezza della pena: mentre si paga il conto con la giustizia, deve esserci la rieducazione”.
Il Siulp
“Sono contrario alla politica del Far West”, ha detto Vincenzo Annunziata, segretario nazionale del Siulp: “Non bisogna delegare al cittadino la difesa di un recinto, né tanto meno il concetto di legittima difesa può significare l’abolizione dei processi. Siamo di fronte a una legislazione d’impeto rispetto alla quale sono contrario, perché il diritto deve essere spogliato delle emergenze”.