Cronaca

Acque Chiare, Cassazione rinvia in attesa della sentenza di Strasburgo

Oggi era prevista udienza, ma è stato disposto nuovo ruolo: proprietari delle villette ancora con il fiato sospeso per il rischio confisca

BRINDISI – Resta il nodo sul destino del villaggio Acque Chiare, con conseguente fiato sospeso i proprietari delle villette, finite sotto sequestro: oggi era prevista la pronuncia della Cassazione, ma la Corte ha disposto il rinvio a nuovo ruolo in attesa del verdetto della Grande Chambre di Strasburgo sulla confisca o meno degli immobili in caso di prescrizione della lottizzazione abusiva.

Si tratta del secondo rinvio disposto dagli Ermellini: il primo risale al 29  gennaio 2016, sempre per la stessa motivazione. Rimane il punto interrogativo, quindi, sul futuro del complesso Acque Chiare, lungo la litoranea a Nord di Brindisi. Bisognerà aspettare ancora altro tempo. Mesi se non addirittura un altro anno. Tempo che si aggiunge a quello trascorso dal giorno del sequestro avvenuto 27 maggio 2008. Quasi dieci anni volati, con il villaggio diventato un fantasma. E con un ulteriore nulla di fatto sul fronte della tipizzazione urbanistica della zona, visto che il Piano urbanistico generale non è ancora stato varato dal Comune di Brindisi.

Il caso al vaglio dei giudici europei attiene a un caso ritenuto “gemello” di Acque Chiare, in quanto simile è la contestazione mossa. La Cassazione, evidentemente, intende uniformarsi all’orientamento europeo. Da Brindisi il corso dei proprietari continua a ribadire la propria buona fede nell’acquisto degli immobili come seconde case, per le quali furono contratti mutui non ancora estinti.


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