“Per un debito di droga pestarono un giovane con il guinzaglio di un pitbull”
Il pm chiede la condanna a quattro anni e nove mesi Andrea Gennari e Antonio Monaco, imputati nel processo con rito abbreviato. Furono arrestati a fine ottobre 2015 dai carabinieri
BRINDISI – “Per punire un coetaneo che aveva un debito per droga, lo pestarono a sangue, lo presero a morsi e usarono anche il guinzaglio di un pitbull: per questo sono da condannare a quattro anni e nove mesi di reclusione”.
La requisitoria è stata consegnata al gup del Tribunale di Brindisi, Paola Liaci, che dovrà pronunciarsi con sentenza, dopo aver sentito il difensore dei due imputati, Giacomo Serio. Entrambi, di recente, hanno ottenuto l’attenuazione della misura con il riconoscimento degli arresti nelle rispettive abitazioni.
Con le stesse accuse finirono ai domiciliari Roberta Zangoli, alias "Sprilli", di Verucchio (Rimini) fidanzata di Gennari, e Miriana Sportillo, originaria di Ceglie Messapica e residente a Francavilla Fontana. Le ragazze hanno hanno già patteggiato a due anni.
Stando agli elementi raccolti in fase di indagine dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana, agli ordini del capitano Nicola Maggio, alla base dell’aggressione di violenza inaudita, ci sarebbe stato un debito di circa 150 euro: nel mese di settembre 2015, “Pasquale Lampadina (Gennari)” avrebbe consegnato al barese 20 francobolli di Lsd, senza ricevere il corrispettivo economico. Tanto sarebbe bastato per far scatenare l’ira di Gennari con l’aiuto di Antonio Monaco e Roberta Zongoli ai quali si sarebbe poi aggiunta Miriana Sportillo, conosciuta nel corso di una festa svoltasi a Frigole (Lecce) il 4 ottobre , vale a dire quattro giorni prima del pestaggio.
Lampadina ha una catena, il guinzaglio del suo pitbull, quando la vede tenta di fuggire, ma non ha scampo: i due ragazzi lo bloccano e lo trascinano sui sedili posteriori di una Peugeot 205 alla cui guida c’era Zangoli. Comincia il pestaggio, con quella catena che gli viene anche avvolta intorno al collo in “un tentativo di strangolamento”, si legge negli atti nel processo.
Lampadina “si sarebbe avventato a morsi sull’orecchio sinistro della vittima, staccandogli addirittura la parte superiore”. Il barese cerca disperatamente di divincolarsi e invoca aiuto: un francavillese vede la scena, urla e chiama i carabinieri, a quel punto, con la gamba sinistra del giovane che pende parzialmente fuori dall’auto, Zangoli innesta la prima a si allontana dal posto, mentre Diavolo e Lampadina continuano il pestaggio sui sedili posteriori. Sportillo si era allontanata a piedi.
Nei 20 minuti successivi arrivano altre tre segnalazioni presso la sala operativa dell’Arma: “Venite nella zona industriale, c’è un ragazzo nudo per terra”. Qui, il giovane “è stato trascinato fuori dal veicolo, spogliato e selvaggiamente picchiato dai due uomini anche con l’utilizzo di una catena e un bastone di legno di cui erano muniti” e con il quale avrebbe tentato violenza.