Rifiuti, imprese e pagamenti comunali: un meccanismo perverso
Il meccanismo dei pagamenti tra Comune di Brindisi e imprese affidatarie dei servizi nel settore dei rifiuti è farraginoso e penalizzante per le ditte stesse. E' questa in estrema sintesi la risposta di Ecologica Pugliese alla denuncia di ritardo nei pagamenti da parte di Bri.Ecologica, che a sua volta non paga da tre mesi i dipendenti
BRINDISI – Il meccanismo dei pagamenti tra Comune di Brindisi e imprese affidatarie dei servizi nel settore dei rifiuti è farraginoso e penalizzante per le ditte stesse. E’ questa in estrema sintesi la risposta di Ecologica Pugliese alla denuncia di ritardo nei pagamenti da parte di Bri.Ecologica, che a sua volta non paga da tre mesi i dipendenti. Un effetto a catena già visto tante volte a queste latitudini. La società che gestisce la raccolta, la differenziazione e il trasporto dei rifiuti solidi urbani nel capoluogo su incarico a tempo determinato conferito con ordinanza sindacale contingibile e urgente, ha deciso di dire la propria sui fatti.
“La Bri.Ecologica scrive al commissario Castelli per ottenere il pagamento diretto dei corrispettivi relativi agli oneri di conferimento: la Ecologica Pugliese non può che associarsi all'invito dell'azienda brindisina, pregando lo stesso Commissario di riscontrare positivamente e definitivamente una richiesta che la stessa Ecologica reitera da mesi e mesi”, si legge in una nota dell’azienda barese.
“E', appunto, da prima dell'estate che la Ecologica Pugliese chiede al Comune di essere estromessa dai rapporti intercorrenti tra ente e impianti di conferimento. Lo chiede, e sollecitata in tutti i modi una risposta, perché dal coinvolgimento in questi rapporti ne ricava solo un danno”, denuncia a sua volta la società chiamata in causa per il credito vantato da Bri.Ecologica, il cui capannone di via Nobel 23 in zona industriale viene utilizzato per alcuni passaggi del trattamento dei rifiuti solidi urbani di Brindisi.
Sarebbe questa l’origine di ogni problema, inclusi quelli che danneggiano le imprese: “Ma il meccanismo del ribaltamento dei costi, attualmente in uso, causa all'azienda notevoli danni – spiegano da Ecologica Pugliese - . Infatti, con il cosiddetto split payment, introdotto nel 2015, il Comune paga l'imponibile delle fatture alla Ecologica Pugliese, mentre l’Iva delle stesse fatture direttamente all’erario. Invece la Ecologica Pugliese, che deve, a sua volta, versare il corrispettivo non a una pubblica amministrazione ma a una società privata, paga alla Bri.Ecologica l’importo complessivo della fattura riguardante i costi da ribaltare (imponibile e Iva), pur avendo incassato dal Comune di Brindisi il solo valore dell’imponibile”.
“Da ciò derivano negative ripercussioni sulla liquidità aziendale. Per non parlare, poi, delle anomalie che si registrano nella gestione del conto economico della società, considerato l'incremento del volume dei ricavi a cui non corrisponde la rilevazione di utili di impresa. Alla luce di tutto ciò, da mesi la Ecologica Pugliese prega il Comune di instaurare rapporti contrattuali diretti con gli impianti e nelle innumerevoli pec inviate all'Ente evidenzia che non alcun tipo di interesse a portare avanti la gestione di tali rapport”, denuncia Ecologica.
“Ma la Bri.Ecologica protesta contro la Ecologica Pugliese, chiedendo che provveda al pagamento del proprio debito, comprendente quanto dovuto per le mensilità di novembre, dicembre e gennaio. La stessa Bri.Ecologica, tuttavia, ben sa che la Ecologica Pugliese deve attendere il pagamento del Comune di Brindisi, ancora fermo - per gli oneri di conferimento - alla mensilità di ottobre. La Bri.Ecologica chiede che al saldo del proprio credito provveda direttamente il Comune? La Ecologica Pugliese non si oppone affatto. Anzi, non può che perorarne la causa!”.
“Tuttavia, in questa sede non si può sottacere che sussistono importanti contestazioni da tempo formalizzate dalla Ecologica Pugliese e che interessano parte delle richieste creditizie avanzate dalla Bri.Ecologica per somme fatturate ma non supportate da alcun accordo contrattuale, relative a costi peraltro non rientranti nell'offerta presentata dalla stessa Bri.Ecologica in sede di indagine di mercato e che, dunque, l'ammontare del credito preteso da questa azienda - dichiarato pari a oltre 300.000 euro - non è riconosciuto dalla Ecologica Pugliese, che, all'uopo, intende affidarsi esclusivamente alle valutazioni operate dall'Ente comunale”. Quindi il Comune, oltre che a modificare il sistema, dovrebbe fare da arbitro. Chissà quante ne vedremo ancora, nel ciclo dei rifiuti a Brindisi.