Cinque rapine in tre mesi: processo in abbreviato dopo gli arresti
“Dna, tatuaggi e immagini prove evidenti a carico di Antonio Grassi, Vincenzo Trono, Francesco Franchin e Alfonso Polito”: gli imputati, tutti di Brindisi, sono in carcere dal 2 marzo scorso, il Riesame ha confermato l’ordinanza
BRINDISI – Visti in azione, durante le rapine, perché inquadrati dalle telecamere del sistema di videosorveglianza, anche se i volti erano nascosti dai cappucci delle felpe e da cappellini con visiere, poi incastrati dal Dna che equivale a una firma lasciata per un errore di distrazione. Risultato: prove evidenti, in base alle quali la Procura ha chiesto il processo per Antonio Grassi, Vincenzo Trono, Francesco Franchin e Alfonso Polito, tutti di Brindisi, ritenuti gli autori di cinque rapine in tre mesi.
Il Tribunale delle Libertà ha respinto i ricorsi presentati dalla difesa che puntava a scalfire i gravi indizi legati alle modalità di prelievo del dna e dunque sulla utilizzabilità: per Franchin, nella sua abitazione, nell’ambito di verifiche legate a un presunto spaccio di droga, per gli altri in cella sequestrando oggetti in uso agli indagati. Allo stesso tempo la difesa ha chiesto l’attenuazione delle esigenze cautelari, ma il Collegio ha ribadito quanto scritto nel provvedimento di arresto. Gli avvocati Laura Beltrami e Cinzia Cavallo nel frattempo hanno presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato.
Il primo colpo venne consumato a Brindisi, in una tabaccheria situata in via Carducci il 24 febbraio 2014, il secondo nel supermercato “Super Brio” di Torchiarolo il 7 marzo 2014, a seguire nel supermercato Dok di Mesagne il 9 marzo 2014, poi nella tabaccheria Leo di San Donaci il 15 aprile 2014 e l’ultimo nella tabaccheria “Mordi e fuggi” di Mesagne il 3 maggio 2014. Oltre all’accusa di rapina, i quattro rispondono di ricettazione, porto e detenzione illegale di arma da fuoco e lesioni personali aggravate.