Il Riesame conferma: “Il dna è quello dei rapinatori”
Restano in carcere i brindisini Alfonso Polito, Vincenzo Trono e Francesco Franchin arrestati a fine febbraio: sono accusati di aver messo a segno cinque colpi in un anno. Rigettati i ricorsi dei difensori. Il profilo genetico ricavato da un passamontagna, un cacciavite e un guanto. I tre con Antonio Grassi sono anche ritenuti affiliati alla Scu in un'altra inchiesta
BRINDISI – La strada del ricorso al Riesame non ha portato al risultato sperato per i brindisini accusati di aver messo a segno cinque rapine in un anno: restano in carcere Alfonso Polito, Vincenzo Trono e Francesco Franchin arrestati a fine febbraio, incastrati dal dna ricavato da cacciaviti, passamontagna e guanti trovati dai carabinieri in un’auto abbandonata dopo uno dei colpi.
Secondo gli avvocati la prova scientifica che per la Procura e per il gip che ha firmato l’ordinanza di arresto è un indizio di colpevolezza grave e granitico, non sarebbe tale perché il dna non sarebbe stato ricavato in maniera rituale, stando anche alle ultime pronunce degli Ermellini.
Per Trono (foto in basso), il dna è stato ricavato da un cacciavite, per Polito (foto in basso) da un guanto e per Franchin (foto più in basso) da un passamontagna, come è scritto nell’informativa conclusiva firmata dal tenente dei carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana, Roberto Rampino, il 7 settembre 2015.