Il Tar rinvia la decisione, Torre Guaceto insiste: bloccare gli scarichi
Il Tar di Bari non tirerà fuori le castagne dal fuoco ad alcuno, almeno sino al 19 novembre prossimo, nuova data stabilita oggi dai giudici amministrativi per l'esame e la decisione sull'istanza cautelare del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, che chiede la sospensione dell'atto con cui il dirigente regionale preposto ha autorizzato Acquedotto Pugliese dal 22 settembre scorso a scaricare nel Canale Reale i reflui del nuovo depuratore di Bufalaria
CAROVIGNO – Il Tar di Bari non tirerà fuori le castagne dal fuoco ad alcuno, almeno sino al 19 novembre prossimo, nuova data stabilita oggi dai giudici amministrativi per l’esame e la decisione sull’istanza cautelare del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, che chiede la sospensione dell’atto con cui il dirigente regionale preposto ha autorizzato Acquedotto Pugliese dal 22 settembre scorso a scaricare nel Canale Reale i reflui del nuovo depuratore di Bufalaria.
Sperava che arrivasse invece una decisione in giornata, il presidente del Consorzio di Torre Guaceto, Mariella Milani, per farne uno dei due parametri cui ispirare i prossimi passi dell’organo di gestione dell’Area marina protetta e della riserva naturale dello Stato, che continua a sostenere come il recapito dei reflui del depuratore nel mare dell’area protetta (dove li convoglia il Canale Reale) debba cessare al più presto.
Il 27 perciò ognuno degli attori si presenterà con le proprie conclusioni tecniche ma senza un’ordinanza cautelare del Tar a supporto o contraria. L’unica ipotesi che al momento, secondo la Milani, Torre Guaceto accetterebbe, è quella della dispersione dei reflui in alcune trincee da ricavare nel terreno proposta nell’ultimo incontro a Bari, per alleggerire il Reale e la riserva dal recapito dei reflui di San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, tempi di esproprio e realizzazione permettendo
E allora cosa fare? La Regione e AqP non possono tornare a fare scaricare i comuni del depuratore nelle cavità carsiche. “E’ un problema loro non del Consorzio di Torre Guaceto. Noi vogliamo solo che cessi lo scarico dei reflui nell’area protetta”, risponde Mariella Milani. “I prelievi che abbiano effettuato alla foce del canale il 27 settembre, cinque giorni dopo il collegamento del duratore, rivelano che la presenza di coli fecali era aumentata di venti volte”, e che tutto era fuori norma rispetto alla tabella 4 del D.lgs. 152/2006 “e si evince una chiara alterazione delle caratteristiche chimiche e biologiche delle acque”.
Comunque vada a finire, non si può tacere che la situazione attuale è legata alla caotica vicenda di quest’opera la cui prima progettazione risale alla fine degli anni Settanta, segnata da errori, contenziosi, ritardi, e ben tre cambi di gestione: il primo, il più lungo, quello del Comune di Carovigno; poi quella commissariale imposta dalla Regione per sbloccare i lavori; infine quella dell’AqP. Con tanti misteri ed aspetti meritevoli di ben altre attenzioni oltre quelle politico-amministrative.
La procura della Repubblica di Brindisi ha avviato una indagine, con vari indagati, per la mancata entrata in funzione del depuratore di Bufalaria nei tempi previsti, prolungando così lo scarico in falda da parte dei tre comuni, che costituisce reato ambientale. Non è dato sapere se saranno effettuati approfondimenti anche su misteri dell’opera, considerando che eventuali reati sarebbero ormai prescritti. Fatto sta che tutto ciò era a rischio di un salato costo aggiuntivo per la Regione Puglia visto che la Commissione europea aveva aperto una procedura di infrazione alle norma comunitarie sul trattamento delle acque reflue. Da qui anche il pressing per avviare l’impianto.