Autigno, un drone per monitorare il volume dei rifiuti nella discarica
La decisione del Comune: cinquemila euro per un rilievo 3d di Autigno. Il sito sequestrato per inquinamento della falda il 5 maggio 2015. Sotto inchiesta restano dirigenti di Comune, Provincia e Arpa, mentre per Screti e il direttore Masillo processo alle porte
BRINDISI – Il Comune di Brindisi ha deciso di fare affidamento su un drone per monitorare il volume dei rifiuti presenti nella discarica di Autigno: volo sul sito di proprietà dell’Amministrazione e rilievi in 3D, al costo di cinquemila euro.
Nel contratto tra le parti è “prevista l’eventuale possibilità di utilizzare il drone per effettuare interventi straordinari aventi ad oggetto tematiche ambientali”, hanno ricordato i funzionari del settore Ecologia. E fatta questa premessa hanno chiesto all’impresa, di svolgere rilievi nella discarica sita in contrada Autigno perché l’Amministrazione ha la necessità di verificare lo stato dei luoghi o meglio dei rifiuti che sono ancora presenti nel sito dopo il sequestro chiesto e ottenuto dalla Procura di Brindisi nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento della falda.
Il drone si è alzato in volo e ha registrato e fotografato l’area in 3D esattamente come era stato chiesto, la ditta ha presentato regolare fattura e il Comune ha dato il via libera al pagamento del servizio, disponendo l’accredito per cinquemila euro, somma a cui deve essere aggiunta l’Iva.
Cosa abbia mostrato il drone però, al momento, non è dato saperlo. Non ci sono ancora comunicazioni ufficiali rispetto alle azioni eventualmente da intraprendere.
Ci sono, invece, decisioni ufficiali assunte dalla Procura rispetto ai dirigenti del Comune, della Provincia e dell’Arpa indagati nel procedimento penale aperto proprio guardando alla discarica Autigno.
Screti ha sempre sostenuto di aver avuto in gestione la discarica inquinata e nel frattempo ha scritto al Comune per anticipare la richiesta di risarcimento danno per oltre 40 milione di euro. L’imprenditore e Masillo, rispondono di una serie di violazioni rispetto al contenuto dell’autorizzazione integrata ambientale: “l’assenza di idonea copertura giornaliera dei rifiuti, l’inadeguatezza dello stoccaggio e dell’abbancamento, la presenza di percolato su lotti in esercizio e su quelli non operativi, inadeguatezza delle protezioni dei rifiuti, presenza di rifiuti non omogenei, inadeguatezza del sistema di canalizzazione e raccolta delle acque meteoriche e ancora assenza delle previste garanzie finanziarie e realizzazione di nuove opere in assenza della preventiva autorizzazione”.
Il pm, infine, ha “incolpato la società Nubile srl, per responsabilità amministrativa dipendente dai reati contestati” (la srl è seguita dall’avvocato Gaetano Melucci del foro di Taranto). Sono persone offese: il Ministero dell’Ambiente, la Regione Puglia, la Provincia di Brindisi, il Comune di Brindisi, il comitato Salute Ambiente & Territorio con sede a San Vito dei Normanni, in persona del presidente Paolo Pellicola e l’associazione Italia Nostra Onlus. Il Comitato, nel frattempo, ha nominato come presidente Maurizio Tamborino.