Anche Screti chiede la libertà, parere favorevole dei pm
L'istanza depositata oggi dall'avvocato Vincenzo Farina. L'imprenditore ha rinunciato a essere presente all'udienza odierna del processo sulla discarica di Autigno in cui, secondo l'accusa, venivano smaltite feci dei cani e scarti come avanzi di ristorazione
BRINDISI – Anche l’imprenditore Luca Screti chiede di tornare uomo libero, al pari dell’ex sindaco di Brindisi Mimmo Consales, e chiede la revoca della misura cautelare applicata dallo scorso 6 febbraio. Con una differenza rispetto all’indagato libero da ieri, perché l’ex amministratore unico della Nubile ha ottenuto il parere favorevole della Procura dopo aver “collaborato” ammettendo la tangente da 30mila euro dietro l’appalto per l’impianto di Cdr. Mazzetta che invece è stata negata dall’ex primo cittadino scarcerato nonostante l’opposizione dei magistrati.
La prima udienza dibattimentale, per la costituzione delle parti e l’ammissione delle prove, si è tenuta sempre oggi davanti al Tribunale in composizione monocratica (giudice Francesco Cacucci) ma Screti ha rinunciato a comparire, anche se ritualmente “avvisato” per essere tradotto dalla sua abitazione con i vincoli della detenzione domiciliare.
L’imprenditore adesso punta alla libertà e spera di incassare anche il via libera del giudice per le indagini preliminari del Tribunale, lo stesso che ha revocato la misura degli arresti domiciliare a Mimmo Consales, accogliendo l’istanza presentata dall’avvocato Massimo Manfreda, secondo il quale non ci sono più esigenze cautelari legate al pericolo di reiterazione del reato contestato, la corruzione.
Quanto, poi, al profilo della condotta dei due indagati, è stata differente sin da subito, dal giorno degli arresti eseguiti dagli agenti della Mobile: Screti, finito in carcere, ha subito chiesto di incontrare i pm e ha reso il primo interrogatorio ottenendo i domiciliari, per poi tornare a rispondere alle domande dei magistrati, facendo “ampie ammissioni”, al punto da confermare non solo la tangente, ma da riferire la provenienza della provvista, svelando di aver attinto dal suo compenso da amministratore unico della Nubile, nonché le circostanze dell’accordo.
Nei confronti di entrambi restano i gravi indizi di colpevolezza in ordine all’ipotesi della corruzione, evidenziati dai pm e condivisi dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare perché nessuno dei due ha fatto ricorso al Riesame anche per una forma di rispetto nei confronti del lavoro della magistratura.