Rapine con buco in uffici postali e banche: in carcere tre brindisini
Contestata anche una rapina all'ufficio postale di Caprarica e una incursione in un edificio attiguo a una banca di Lizzanello a Giuseppe Niccoli, Oronzo Sgura e Salvatore Quinto, già arrestati in flagranza di reato a Cannole
BRINDISI – Individuavano un edificio attiguo al bersaglio, praticavano un buco e aspettavano ore prima di entrate in azione. Con questa tecnica tre brindisini avrebbero preso di mira due uffici postali e un istituto di credito situati in provincia di Lecce. Lo scorso 13 aprile vennero arrestati in flagranza di reato mentre si accingevano, da quanto accertato dagli inquirenti, a effettuare una rapina. Adesso vengono contestati altri due reati al 62enne Giuseppe Niccoli, al 53enne Salvatore Quinto e al 57enne Oronzo Sgura, nato e residente a Ostuni: la rapina perpetrata il 23 gennaio 2019 nell’ufficio postale di Caprarica e la violazione di domicilio in un’abitazione attigua alla filiale Credem di Lizzanello.
I tre all’alba di oggi (lunedì 3 giugno) sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Lecce, Sergio Mario Tosi, su richiesta del pm della Procura di Lecce, Giovanna Cannalire. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito dai carabinieri della compagnia salentina, nell’ambito di un’indagine denominata “Last hole” (l’ultimo buco). (A destra, Giueppe Niccoli)
L'inizio delle indagini
Il colpo saltato a Lizzanello
Da quanto accertato dai militari, era proprio Niccoli che provvedeva ad effettuare i sopralluoghi e
Il video del sopralluogo a Lizzanello
Per questo i militari piazzano nei pressi dell’edificio una telecamera. Questa, la sera dello scorso 10 marzo, ha consentito di registrare la presenza della Fiat 500 in uso a Salvatore Quinto. La stessa ha fatto la sua comparsa anche la mattina del 12 marzo. Non solo. Quinto e Niccoli, cognati, fanno una capatina a Lizzanello anche le sere del 12 e 14 marzo. In queste due ultime occasioni, forzano un anello in ferro che assicurava il lucchetto che chiudeva il portone dell’immobile abbandonato. Poi si introducono al suo interno, con l’ausilio di una scala retrattile. Ma il colpo non viene messo a segno perché l’istituto non effettuava più sortello di cassa e, pertanto, risultava priva di denaro da rapinare. La resa dei conti, però, è solo rimandata. (Nella foto in basso, il sopralluogo a Lizzanello)
Il blitz a Cannole
Il 12 aprile, infatti, riecco la Fiat 500 con a bordo Quinto e Niccoli, nel Comune di Cannole. Da quanto accertato dagli inquirenti, i due
Complessivamente, dunque, sono stati addebitati ai tre indagati la rapina all’ufficio postale di Caprarica, con violazione di domicilio aggravata, la violazione di domicilio aggravata nell’edificio abbandonato di Lizzanello e la tentata rapina all’ufficio postale di Cannole, con ricettazione della Lancia Ypsilon e violazione di domicilio dell’abitazione attigua all’ufficio postale.