Buco nel muro per rapinare le Poste: ma li aspettavano i carabinieri
Presi a Cannole, questa mattina, i brindisini Roberto Giuseppe Niccoli e Salvatore Quinto, e l'ostunese Oronzo Sgura
CANNOLE – C’erano i carabinieri appostati da ore, e fallisce il colpo all’ufficio postale di Cannole di due pregiudicati brindisini e uno di Ostuni, Roberto Giuseppe Niccoli di 61 anni, Salvatore Quinto di 53 anni e Oronzo Sgura di 57 anni. I militari del Norm della compagnia di Lecce e quelli della stazione di Bagnolo del Salento hanno prima bloccato quello che faceva da palo, poi i due che stavano per fare irruzione nella sede delle Poste attraverso un buco praticato nottetempo nella parete che separa l’ufficio postale da un immobile disabitato.
I carabinieri invece hanno trascorso la notte preparando la trappola e circondando l’area in maniera tale da escludere ogni possibilità di fuga ai rapinatori. Niccoli, Quinto e Sgura si sono rifatti vivi stamani alle 5,30. Avevano raggiunto Cannole a bordo di una Lancia Y risultata poi rubata, da utilizzare per la fuga, ma avevano a disposizione anche una seconda auto pulita. Su questa si è piazzato uno dei tre, con mansioni da “palo”, munito di ricetrasmittente per il contatto con i due complici entrati nella casa disabitata.
Alle 7,45 il “palo” si è spostato, ma i carabinieri non lo hanno lasciato andare: è stato raggiunto e ammanettato rapidamente. Pochi minuti prima delle 8 è arrivato anche il direttore dell’ufficio postale, che ha aperto la porta. È stato il momento in cui i carabinieri hanno fatto scattare il blitz: alcuni militari sono entrati nell’ufficio con il direttore, gli altri hanno preso i due restanti banditi alle spalle, passando dalla casa attigua. Erano già pronti i passamontagna e una pistola, una imitazione in metallo di un’arma vera.
I reati a carico dei due brindisini e dell’ostunese, al momento, sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine, ricettazione di autovettura rubata, violazione di domicilio aggravata. Gli arrestati sono ora nel carcere di Lecce a disposizione del pm di turno e del giudice delle indagini preliminari.