Alla guida ubriaco e sotto effetto di droghe: pena superiore a 4 anni per la morte di Giorgia
Pena esemplare: 4 anni e 3 mesi di reclusione per il guidatore dell'auto in cui si trovava Giorgia Zuccaro, morta a 29 anni in un incidente stradale avvenuto nel centro di Brindisi, in via Cappuccini.
BRINDISI - Pena esemplare e forse senza precedenti: 4 anni e 3 mesi di reclusione per il guidatore dell’auto in cui si trovava Giorgia Zuccaro, morta a 29 anni in un incidente stradale avvenuto nel centro di Brindisi, in via Cappuccini. Giuseppe Lonoce, 33 anni oggi, era alla guida della Fiat Grande Punto che andò a scontrarsi all’incrocio con via Adamello ed è stato riconosciuto responsabile di omicidio colposo (3 anni), ma anche delle violazioni del codice della strada che gli erano state contestate, ossia la guida senza patente oltre che in stato di alterazione da alcol e da assunzione di sostanze stupefacenti (1 anno e 3 mesi). Nessuna provvisionale è stata concessa dal giudice Giuseppe Biondi in favore dei famigliari della vittima che si erano costituiti parte civile con l’avvocato Daniela Faggiano, il danno andrà liquidato interamente in sede civile.
Non è sintetizzabile in una “anticipazione” del risarcimento il valore di una vita umana, una giovane vita spezzata in una notte d’estate in un dramma che lasciò sgomenta l’intera città di Brindisi, ancor più quando vennero alla luce dettagli sulla dinamica dell’incidente, dettagli che andarono a infierire sulla disperazione dei parenti di Giorgia che da quel momento in poi si schierarono accanto agli altri componenti dell’associazione "Vittime della strada", in prima linea a combattere per l’introduzione del reato di omicidio stradale e per l’inasprimento delle pene per chi alla guida in stato di alterazione provochi la morte di un passeggero.
Lonoce, che nel processo che si è concluso oggi è stato assistito dall’avvocato Luca Leoci, fu ricoverato in ospedale e rimase qualche tempo in prognosi riservata. La Grande Punto fu sottoposta a sequestro. Andò distrutta in seguito allo scontro con una Ka, nella notte tra il 4 e il 5 giugno del 2011, di sabato, dopo aver sfondato un muretto e abbattuto la segnaletica stradale si ribaltò in una zona abitata di Brindisi.
Il pm aveva invocato la condanna a 4 anni e 3 mesi, come è stato poi stabilito in sentenza. Giorgia non rivivrà, ma la sentenza pronunciata questa sera non ha precedenti in quel di Brindisi ed è forse una delle più severe emesse nei tribunali d’Italia.