Tre indagati per il delitto Tedesco: ecco chi sono. Accusa omicidio per futili motivi
Omicidio volontario aggravato dai futili motivi, oltre al tentato omicidio e a lesioni gravissime, in concorso: sono le accuse contestate alle tre persone che risultano indagate, uno sottoposto a fermo e gli altri due irreperibili
BRINDISI - Omicidio volontario aggravato dai futili motivi, oltre al tentato omicidio e a lesioni gravissime, in concorso: sono le accuse contestate alle tre persone che risultano indagate, uno sottoposto a fermo e gli altri due irreperibili, per l’uccisione di Cosimo Tedesco, 52 anni e per il ferimento del figlio Luca, ancora in terapia intensiva. Si tratta di Alessandro Coffa, 31 anni, di Andrea Romano, 28 anni, e Alessandro Polito, 31 anni, questi ultimi due ricercati dai carabinieri.
Il delitto, come tra l’altro rivela la contestazione dell’aggravante dei futili motivi, è ritenuto dagli investigatori la degenerazione d’impeto di una lite scoppiata la notte di Halloween. A quanto si è potuto accertare i due Tedesco, padre e figlio, che non abitano in piazza Raffaello, si erano recati sul posto probabilmente per chiarire lo screzio sorto per ragioni che ancora non si conoscono. Le due autovetture loro riconducibili sono state trovate e sequestrate dai militari dell’Arma proprio lì, dinanzi all’ingresso oltre il quale c’è stata la discussione con spargimento di sangue.
Sono una Lancia Y e una Fiat Punto. Sono stati anche rivenuti e posti sotto chiave per le indagini in corso due caschi. Tedesco, netturbino, era dunque insieme al figlio nell’androne di un palazzo in cui non risiede. Ci abita invece Andrea Romano, 28 anni, che era sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e che è fuggito via dopo essersi disfatto del dispositivo che ha segnalato l’anomalia e che è stato rinvenuto poco dopo. Il segnale gps avrebbe consentito agli investigatori di localizzarlo.
Subito delineata, quindi, una ricostruzione dei fatti che ha portato all’individuazione dei responsabili. Nessun agguato di mala, non un regolamento dei conti, nonostante i protagonisti della vicenda siano tutte persone già conosciute alle forze dell’ordine o comunque in qualche modo associabili a personaggi vicini alla Scu. Mino Tedesco, la vittima, è il fratello di Giuseppe, detto Capu Ti Bomba, condannato all’ergastolo per i delitti griffati Scu del gruppo di fuoco di Vito Di Emidio, detto Bullone. Romano e Coffa furono beccati insieme dai poliziotti della Squadra Mobile di Brindisi mentre, emerse dalle indagini, stavano per mettere a segno una rapina in trasferta. Erano in camper, avevano con sé delle armi. Era il novembre 2013.
Il primo ad essere catturato è stato Coffa, per la cui convalida del fermo di indiziato di delitto si deciderà tra domani e dopodomani, dopo il rituale interrogatorio dinanzi al gip. E’ stato sottoposto alla prova dello stub per rilevare eventuali tracce di polvere da sparo sulle sue mani o sugli abiti. Gli altri due sono fuggitivi: svaniti nel nulla. La procedura prevede, ad ogni modo, che ognuno possa nominare un consulente di parte per partecipare all’esame autoptico che sarà eseguito probabilmente nel pomeriggio di domani. Nel frattempo proseguono le ricerche.