Il falso non sarà più reato: così salta il processo sui brogli alle parlamentarie Pd - Sel
Sarà un caso, o forse non lo è, ma con la già approvata "delega al governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio" e via dicendo, si arriverà alla depenalizzazione del reato di falsità in scrittura privata che da "delitto" diventerà un mero illecito amministrativo.
BRINDISI - Fatto l’inganno, trovata la legge. Sarà un caso, o forse non lo è, ma con la già approvata “delega al governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio” e via dicendo, si arriverà alla depenalizzazione del reato di falsità in scrittura privata che da “delitto” diventerà un mero illecito amministrativo. Cosa vorrà dire tutto ciò in termini pratici? Salterà, verosimilmente, il processo per falso a carico degli scrutatori accusati di brogli nel corso delle primarie-parlamentarie del Partito Democratico e di Sinistra ecologia e libertà svoltesi il dicembre 2012, per la selezione dei candidati alla Camera e al Senato da inserire nei listini bloccati della legge elettorale (poi dichiarata incostituzionale). Non appena il governo, che ha 18 mesi di tempo, varerà il relativo decreto, il reato contestato a 25 “scrutatori” brindisini non sarà più tale. E non si potrà che chiudere la partita, a dibattimento, con una sentenza di non luogo a procedere.
La delega, che riguarda però diversi aspetti del processo penale, è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale il 2 maggio scorso ed è in vigore dal 17 maggio prossimo. Si parla di “depenalizzazione, messa alla prova, nuove regole per contumacia e irreperibili” una sorta di mini riforma del processo penale che prevede una serie di modifiche, ad esempio in materia di immigrazione clandestina, di droga. Scompare il reato di atti osceni in luogo pubblico e un bel po’ d’altre contestazioni per cui si finirà soltanto per dover pagare una sanzione amministrativa. Nell’articolo due, punto 3, lettera A c’è anche il salvagente per gli imputati brindisini nel processo “parlamentarie” nato da un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi e condotta dagli uomini della Digos di Brindisi.
Si legge che saranno abrogati: “i delitti di cui al libro secondo, titolo VII, capo III, limitatamente alle condotte relative a scritture private, ad esclusione delle fattispecie previste dall’articolo 491.E’ compreso l’articolo 485 del codice penale, la falsità in scrittura privata: ‘chiunque al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio, o di recare ad altri un danno, forma in tutto o in parte una scrittura privata falsa o altera una scrittura privata vera, è punito qualora ne faccia uso o lascia che altri ne facciano uso, con la reclusione da sei mesi a sei anni”. E’ esattamente la condotta attribuita in concorso ai 25 responsabili dei seggi nella competizione elettorale non ufficiale del dicembre 2012.
Prendiamo il primo in in elenco, il comune Torre Santa Susanna, dove si sarebbero occupati delle operazioni di voto il 30 dicembre 2012 quattro imputati: costoro "in qualità di componenti del seggio per le elezioni primarie per la scelta dei parlamentari del Partito democratico e di Sel in vista delle elezioni politiche del 2013, al fine di procurare ad altri non identificati un vantaggio, falsificavano la firma di almeno 19 elettori iscritti nel registro dei votanti nel Comune di Torre Santa Susanna, elettori che invece non avevano votato, falsificando altresì i dati numerici del verbale del seggio e della tabella di scrutinio attestanti un falso numero di schede votate: verbale e tabella di cui lasciavano che altri e in particolare il comitato provinciale Italia Bene Comune, o comunque, altro organismo a ciò deputato, ne facesse uso per la scelta delle persone da candidare. Con conseguente danno per Colizzi Francesco".