Processo Consales, l'ex vicesindaco: "Delibera News follia disdicevole"
"Il clima era ostile". Ha esordito così in aula Paola Baldassarre, oggi, nella seconda udienza del processo a carico del sindaco di Brindisi, Mimmo Consales (Pd) e di altre tre persone che rispondono a vario titolo di abuso d'ufficio, truffa e concussione.
BRINDISI - “Il clima era ostile”. Ha esordito così in aula Paola Baldassarre, oggi, nella seconda udienza del processo a carico del sindaco di Brindisi, Mimmo Consales (Pd) e di altre tre persone che rispondono a vario titolo di abuso d’ufficio, truffa e concussione. Non solo ostile, ma addirittura tale da dare alla luce una “follia disdicevole”, e cioè la delibera con cui si prorogava alla News Sas che era stata del sindaco fino al maggio del 2012, il servizio di rassegna stampa e call center del Comune di Brindisi. Lo ha specificato , rispondendo alle domande dei pm Giuseppe De Nozza e Savina Toscani, l'amministratrice che nel 2012 era numero due della giunta brindisina in forza ai centristi. In prima fila, l'ascoltava Consales che ha assistito alla deposizione.
Al Comune, invece “le nostre firme erano ratifiche. Non c’era l’auspicabile clima di discussione ma anche di scontro, comunque di condivisione”. Gli avvocati degli imputati, Massimo Manfreda per Consales, Carmelo Molfetta per Alessio Vincitorio e Sabino Porro, nell’ordine il “successore” del sindaco alla guida della News e l’ex socio storico, hanno posto domande all’ex vicesindaco tanto sulle vicissitudini politiche dell’epoca quanto su uno scambio di sms attraverso il quale risulta che vi fosse ancora tra Baldassarre e Consales un rapporto di stima e fiducia. Si è poi parlato delle spese sostenute dal Comune per ospitare a Brindisi la visita della delegazione albanese, iniziativa organizzata dal vicesindaco, e del “veto” iniziale alla assegnazione della delega alla Cultura, Turismo e Spettacoli che Consales volle tenere per sé e alla quale invece Paola Baldassarre “considerata l’esperienza pregressa maturata in Provincia” avrebbe desiderato ottenere.
Focus infine sulla vicenda Equitalia e sul ruolo dell'ex responsabile della sede, Giuseppe Puzzovio (difeso da Michele Laforgia) dove in più tranche sarebbe stato rateizzato prima e poi pagato in contanti, tramite pressioni sui lavoratori e costringendoli a mettere a disposizione i loro conti correnti, la prima tranche di poco più di 20mila euro di un debito complessivo che supera i 300mila euro. Si tornerà in aula dinanzi al Tribunale in composizione collegiale (Chiarelli, Cacucci, Nestore), il 15 maggio prossimo.