Il business delle gare truccate Asl: l'uomo delle buste condannato a 3 anni e 10 mesi
La pena stabilita dal gup per “l’uomo delle buste” è del tutto conforme alla richiesta formulata la scorsa settimana dal pm Giuseppe De Nozza. Giovanni Borromeo è stato condannato stamani al termine di un processo con rito abbreviato
BRINDISI - Tre anni e dieci mesi: la pena stabilita dal gup per “l’uomo delle buste” è del tutto conforme alla richiesta formulata la scorsa settimana dal pm Giuseppe De Nozza. Giovanni Borromeo è stato condannato stamani al termine di un processo con rito abbreviato: il giudice dell’udienza preliminare, Giuseppe Licci, lo ha ritenuto responsabile di tutti i reati per cui era imputato. Dall’associazione per delinquere, alla turbata libertà degli incanti, fino a contare tutti gli episodi di falso, riconosciuto il concorso con l’ingegnere capo dell’Utc Asl Vincenzo Corso e con numerose altre persone coinvolte nell’inchiesta Virus – Mercadet condotta dai carabinieri del Nas e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria. Altre 12 persone sono a processo con rito ordinario, per 51 i pm Giuseppe De Nozza e Nicolangelo Ghizzardi hanno firmato di recente l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Borromeo, ex componente in quota Pd del consiglio di amministrazione della società in house della Provincia Santa Teresa Spa era colui che con colla e forbici riusciva a modificare con un lavoro di estrema precisione le buste per le offerte delle ditte interessate alle gare d’appalto. Tutte, a quanto pare, anche quella per l’affidamento dei lavori per l’efficientamento e riqualificazione energetica dell’ospedale Perrino” per l’importo a base d’asta di 8.368.793 euro.
Manutencoop è la coop rossa coinvolta nell’inchiesta milanese sull’Expo 2015. Imputato e Mauro De Feudis, manager dell’azienda, indagati il patron Claudio Levorato per cui anche a Brindisi era stato chiesto l’arresto, in concorso con altri due dirigenti.
Sotto inchiesta anche Salvatore Brigante, capogruppo del Pd in consiglio comunale per aver partecipato a un congresso dei Ds con l’auto di servizio della Asl.
“Non siamo soddisfatti della sentenza” ha dichiarato l’avvocato di Borromeo, Roberto Cavalera, che annuncia l’appello della stessa una volta depositate le motivazioni. “Non è stata tenuto in considerazione l’atteggiamento collaborativo di Borromeo durante le fasi immediatamente successive all’arresto”. Una pena troppo alta secondo la difesa, dunque, e anche secondo l’imputato, Borromeo, che era in aula e che ha pianto al momento della lettura del dispositivo. Il gup non ha riconosciuto alle parti civili (la Regione Puglia e la Asl, la prima delle quali aveva formulato richiesta di risarcimento di un milione di euro) alcuna provvisionale. I danni saranno determinati in sede civile.