"Chiude la scuola materna Giovanni XXIII": no dei Coerenti e del Pri
Richiesta al commissario Giuffré: "Punto di riferimento per i residenti della zona, sono iscritti 72 bambini". Il Comune: "Scuola non obbligatoria, trasferimento in altre sedi"
BRINDISI - Chiuderà anche "l'unica scuola d'infanzia paritaria attualmente funzionante a Brindisi" per "grave carenza di personale". Non ci sono insegnanti già da qualche tempo, tanto che nell'ultimo anno scolastico la media è di uno ogni dieci bambini. L'unica soluzione, per il Comune, è la "dismissione" a partire dal primo luglio 2018, sulla base di due considerazioni, da un lato la non obbligatorietà della scuola d'infanzia e dall'altro la possibilità di iscrizione dei piccoli altrove. Per questi motivi il dirigente del settore Politiche educative ha presentato la proposta al commissario Santi Giuffrè e lo scorso mese di dicembre il provvedimento è stato firmato. Ma contestato oggi dalle forze politiche, tanto da destra con il no del Pri che dai moderati con invito dei Coerenti per Brindisi a invertire la rotta.
La chiusura
La chiusura è stata deliberata il 14 dicembre 2017, con i poteri della Giunta comunale preso atto della "grave carenza di organico funzionale che di fatto affligge tutti i settori e gli uffici del Comune", costringendo lo stesso Ente a una "riorganizzazione già a partire dall'anno scolastico 2018-2019". Dovranno trovare altra destinazione, quindi, i 72 bambini iscritti (12 dei quali dislocati presso la scuola statale San Antonio del Casale", con 26 piccoli per i quali i genitori hanno fatto richiesta di tempo pieno. A garantire l'insegnamento ci sono sette maestre di ruolo, di cui una di sostegno. Due sono gli ausiliari, uno con la qualifica di custode.
Nel provvedimento del Comune si legge che "ai fini delle determinazioni inerenti la chiusura del plesso, occorre considerare che la scuola dell'infanzia non è obbligatoria e che la funzione educativa è giuridicamente assegnata allo Stato, rispetto al quale la scuola comunale assoilve una funzione sussidiaria e integrativa al pari delle scuole dell'infanzia private". E' scritto anche che "la soppressione del servizio non arreca pregiudizio all'utenza, in quanto la stessa può trovare accoglimento presso le scuole statali che si trovano dello stesso quartiere o nelle immediate vicinanze".
Coerenti per Brindisi
Partito repubblicano
"Sarebbe un controsenso, da un lato, incentivare la ripresa della natalità, che anche nella nostra città sembra ristagnare, e, dall’altro, eliminare i servizi alla prima infanzia. Tanto più che in questo caso si tratta di un presidio scolastico situato in un quartiere a più alta densità di popolazione, in buona parte abitato da giovani coppie con figli in cui frequentemente entrambi i genitori svolgono una attività lavorativa, professionale o imprenditoriale", prosegue il coordinatore cittadino.
"Privare questi nuclei familiari di un servizio di prima necessità, qual’ è una scuola materna, provocherebbe enormi disagi a fronte di risparmi che inciderebbero in maniera marginale sul bilancio comunale. Prima di procedere alla chiusura di una struttura storica bisognerebbe percorrere vie alternative di gestione, non ultima quella di ipotizzare forme di gestione in convenzione che potrebbero, tra l’altro, rappresentare una opportunità lavorativa per tanti giovani brindisini in possesso di idonei titoli di studio".
Mancano sei mesi a luglio. Il tempo per valutare la fattibilità del dietrofront c'è. Sono e saranno i mesi della campagna elettorale.