Consales lunedì si dimette. "L'intreccio con Nubile andato avanti fino a dicembre"
Mimmo Consales lunedì prossimo potrebbe rassegnare le dimissioni da sindaco di Brindisi. L'indiscrezione è trapelata in mattinata, mentre in procura venivano forniti i particolari sull'inchiesta culminata nel terremoto giudiziario che all'alba si è abbattuto sulla città, con l'esecuzione di un' ordinanza di custodia cautelare a carico dello stesso Consales
BRINDISI – Mimmo Consales lunedì prossimo potrebbe rassegnare le dimissioni da sindaco di Brindisi. L’indiscrezione è trapelata in mattinata, mentre in procura venivano forniti i particolari sull’inchiesta culminata nel terremoto giudiziario che all’alba si è abbattuto sulla città, con l'esecuzione di un' ordinanza di custodia cautelare a carico dello stesso Consales, dell’ex responsabile dell’ufficio amministrativo della Nubile Srl, il commercialista leccese Massimo Vergara, e dell’ex amministratore della Nubile Luca Screti (i primi due sono reclusi in regime di domiciliari, il terzo è in carcere). Nei confronti della Nubile è stata chiesta anche la misura interdittiva.
Le accuse contestate sono a vario titolo di concorso in corruzione continuata, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni delle pubbliche
Il procedimento è nato da una costola di un'inchiesta sfociata poi nel rinvio a giudizio dello stesso Consales e di altri soggetti: quella sulla proroga all’agenzia News, di cui Consales era amministratore fino al momento del suo ingresso in politica, del servizio di ufficio stampa per conto del Comune di Brindisi. Gli agenti della Digos, all’epoca dei fatti diretti dal vicequestore Vincenzo Zingaro, già impegnati in altre indagini sui rifiuti, appurarono che Consales aveva un’esposizione debitoria di oltre 300mila euro con il Fisco. Da un’analisi dei documenti e della movimentazione bancaria emerse in particolare che il primo cittadino aveva concordato con Equitalia, società di riscossione crediti, una rateizzazione del debito. Ma il fatto anomalo è che una rata da 6mila euro arrivò in contanti alla sede brindisina di Equitalia (e anche per questa vicenda Consales è finito sotto processo, insieme al direttore dell’epoca dell'agenzia di Equitalia del capoluogo).
A quel punto, il passo successivo fu quello di fare un accertamento sul conto corrente di Consales, dove erano state registrate delle operazioni che comunque non giustificavano il pagamento delle rate. Da dove provenivano allora quei soldi? Per dare una risposta a questa domanda, Vincenzo Zingaro e i suoi uomini avviarono una nuova indagine per ricettazione o riciclaggio. Nell’ottobre del 2013, i poliziotti ottengono un mandato per effettuare delle perquisizioni presso le abitazioni e gli uffici delle persone sospettate, con contestuale notifica di informazione di garanzia a Consales, Screti e Vergara. Da quel momento, guarda caso, cessano i pagamenti a Equitalia con le modalità definite “opache” da Dinapoli.
Da quanto appurato dalla Digos, vi sarebbero stati almeno sei scambi di denaro per un importo complessivo pari a 30mila euro. L’ultima presunta tangente incamerata da Consales risale all’ottobre del 2013, un mese prima delle perquisizioni. Ipotizzando che quelli fossero soldi della Nubile, gli inquirenti sono andati alla ricerca di contatti diretti fra l’ex giornalista (Consales era stato corrispondente dell’Ansa nella provincia di Brindisi prima di tuffarsi nell’agone elettorale) e Screti, scoprendo che i due si erano incontrati in sedi non istituzionali e in tali incontri Consales avrebbe portato dei documenti riguardanti la messa in funzione dell’impianto di Cdr. E non poteva non destare sospetto il fatto che il progetto di revamping (ammodernamento) del sito trovato nei pc della Nubile fosse uguale a quello che il Comune aveva inoltrato alla Regione per sottoporlo a procedura di Via (valutazione di impatto ambientale).
Come accertato da un consulente nominato dalla Procura, si trattava di un impianto obsoleto rispetto alla tecnologia disponibile, con un grosso difetto che rendeva necessaria la procedura di revamping: il trattamento della frazione secca seguiva un binario diverso rispetto a quello della frazione umida, destinata alla discarica, nonostante la legge autorizzasse l'entrata in funzione solo di impianti a ciclo unico. Inoltre non erano state adottate delle misure per evitare emissioni sgradevoli e la Nubile non aveva depositato le fideiussioni.
L’amministrazione comunale, ad ogni modo, ravvisando la sussistenza di condizioni eccezionali e urgenti di tutela della salute pubblica previste all’articolo 91 del testo unico ambientale, diede il via libera all'apertura dell’impianto attraverso lo strumento dell’ordinanza sindacale. Ma secondo la procura, non sussistevano affatto quelle condizioni eccezionali ed urgenti fissate dalla legge e quindi l’avviamento di un impianto ridotto in quelle condizioni ha fatto sì che Nubile intascasse una tariffa “importante” (così l’ha definita Dinapoli) sui rifiuti trattati, di circa 100 euro a tonnellata (basti pensare che secondo la Procura la percentuale di rifiuto che andava in discarica, quindi con costi aggiuntivi per la comunità, era superiore di 4 volte rispetto al previsto, mentre il Cdr prodotto da Nubile era pari a un quarto di quello stabilito). (A destra, l'impianto di Cdr con i mezzi della Nubile)
Fra l’altro a una conclusione analoga giunse anche un consulente, il professore Notarnicola, al quale si rivolse l’Oga (Organo di governo d’ambito in
Tutto questo, da quanto riferito da Dinapoli, spiega anche le emergenze rifiuti che si sono riproposte ciclicamente negli ultimi anni, con i sacchetti maleodoranti di spazzatura che si accumulavano sui marciapiedi, creando enormi disagi alla cittadinanza. “C’è stata una perdurante commistione di interessi – dichiara Dinapoli – fra Consales e Screti”, dimostrata anche dai 50mila euro che il comune di Brindisi ha sborsato lo scorso dicembre per pagare gli stipendi dei lavoratori ex Nubile. “Non c’era alcuna motivazione – dichiara ancora Dinapoli – per quel pagamento”.
Ma la storia non finisce qui. Il procuratore ha spiegato che le indagini continuano e che non si possono escludere ulteriori sviluppi nei prossimi giorni. Perché si sospetta che altre persone siano coinvolte nell’intreccio perverso fra la pubblica amministrazione e gli interessi legati al settore dei rifiuti.