Presidente comunità riabilitativa accusato di estorsione ai dipendenti
Quattro lavoratrici e la Asl parti civili. Contestato anche il peculato: “Abiti e gioielli comprati con denaro della coop”
OSTUNI – La Asl di Brindisi e quattro dipendenti della comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica San Vincenzo sono parti civili nel processo in cui è imputato con le accuse di estorsione e peculato Rocco Errico, 69 anni, di Ostuni, in qualità di legale rappresentante del consorzio gestore E.R. Onlus.
L’estorsione e i dipendenti
Il Tribunale, in composizione collegiale, ha ammesso la costituzione di quattro delle otto dipendenti indicate come parti lese dal pubblico ministero: sono rappresentate in giudizio dagli avvocati Domenico Attanasi e Carmine Calò, entrambi del foro di Brindisi, con richiesta di risarcimento danni che va da un minimo di 30mila a un massimo di 50mila euro, a seconda delle mansioni svolte all’interno della comunità.
Secondo l’accusa, Errico avrebbe “costretto otto dipendenti a restituire una parte delle somme ricevute a titolo di retribuzione”. Alcuni lavoratori, sempre secondo l’impostazione accusatoria, sarebbero stati costretti ad accettare compensi inferiori rispetto a quelli indicati nelle buste paga, dietro minaccia di essere licenziati o che la struttura sarebbe stata chiusa, con conseguente perdita del posto di lavoro.
Il peculato e la Asl
Nel capo di imputazione, Errico è indicato come legale rappresentante “in qualità di incaricato di pubblico servizio”, essendo la struttura “accreditata presso la Regione Puglia”.
La Asl si è costituita in giudizio chiedendo il ristoro dei danni, con l’avvocato Donato Mellone del foro di Lecce. Quanto alla Regione Puglia, risulta essere stata depositata l’istanza, ma oggi in udienza l’Ente non è stato rappresentato, nonostante la decisione della Giunta del governatore Michele Emiliano.
La difesa
L’imputato ha sempre respinto le accuse e per dimostrare la correttezza del proprio operato ha scelto di rinunciare a riti alternativi, per affrontare il dibattimento. E’ difeso dall’avvocato Antonio Maria La Scala del foro di Bari.