Cronaca

Green Hill, la collina del disonore

BRINDISI – “No alla vivisezione”. Basta agli omicidi di Green Hill, l’azienda di Montichiari in provincia di Brescia che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione. Anche Mimmo Consales, il neosindaco di Brindisi, ieri ha partecipato ad una manifestazione in piazza Vittoria, promossa dalla Aidaa – associazione italiana difesa animali e ambiente.

La raccolta delle firme per la chiusura di Green Hill

BRINDISI “No alla vivisezione”. Basta agli omicidi di Green Hill, l’azienda di Montichiari in provincia di Brescia che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione. Anche Mimmo Consales, il neosindaco di Brindisi, ieri ha partecipato ad una manifestazione in piazza Vittoria, promossa dalla Aidaa – associazione italiana difesa animali e ambiente.

Un presidio a Brindisi per dire “no” alla vivisezione sui Beagle di Green Hill. Mimmo Consales ha aderito all’iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema in questione e in particolare sul relativo iter legislativo che, ove approvato, consentirebbe di porre fine all’attività dell’azienda di Montichiari. “L’iniziativa che ha visto scendere in piazza i cittadini per manifestare e aderire alla raccolta firme contro il lager più grande d’Italia – conferma il sindaco Consales - merita sostegno, non solo per il turbamento personale che suscita la vicenda, ma poiché interpreta i sentimenti comuni di civiltà e rispetto della dignità di ogni essere vivente”.

Circa 250 cani, ogni mese, finiscono negli stabulari di Green Hill, tra le mani dei vivisettori e sui tavoli operatori. Cani nati per morire e condannati a soffrire. Dentro i capannoni dell’azienda bresciana sono rinchiusi circa 2500 cani adulti, più le varie cucciolate. Un vero e proprio lager per animali fatto di capanni chiusi, asettici, senza spazi all’aperto e senza aria o luce naturale.

Alla manifestazione col proprio cane

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