Il gip: “Spaccio di droga in carcere, impresa criminale”. Indagati in silenzio
Cocaina e hashish da nascondere nelle scarpe e nelle giacche per bimbi ammessi ai colloqui. Interrogatori anche per rogatoria
BRINDISI – Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio di garanzia, i brindisini arrestati con l’accusa di spaccio di droga in carcere, cocaina e hashish, nascosti nelle scarpe o all’interno delle maniche dei giubbotti dei bambini, ammessi ai colloqui.
Gli interrogatori
Stessa decisione per Alessandro Coffa, 35, (fratello di Francesco); Rosario Galluzzo, brindisino, 45 anni; Pasquale Scolti, fasanese, 39 anni; Eros Roberto, di Manfredonia, 30 anni, e Ilario Vicerè, di Foggia, 21.
L’accusa
E’ emerso che “Alessandro Coffa detenesse a Brindisi lo stupefacente che Pasquale Scolti, su indicazione di Francesco Coffa e Alessandro Polito, era stato incaricato di prelevare e consegnare al corriere incaricato di introdurlo all’interno della casa circondariale”. A tal fine, sempre secondo il giudice, “nessuno meglio di un familiare di un detenuto avrebbe potuto assolvere il compito. Ecco, allora, che gli indagati coinvolgevano prima il detenuto Rosario Galluzzo che affidava il compito” a un congiunto “e, successivamente, fallito il primo tentativo, coinvolgevano il detenuto Ilario Vicerè” a sua volta parante di una donna “arrestata in flagranza di reato”.
Le scarpe e i giubbotti
Stando a quanto emerso dalle indagini, la droga doveva essere nascosta nelle “scarpe da ginnastica oppure nei giubbotti dei bambini”, ammessi al colloquio con i detenuti. Una volta a colloquio avrebbe dovuto esserci la consegna degli indumenti o, a seconda delle circostanze, lo scambio delle scarpe. Piano scoperto, quindi fallito