Il Riesame conferma il carcere per l’ex veggente di Brindisi
Negati a Paola Catanzaro anche gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. La difesa in Cassazione. Il gip: “Cerchio magico attuale, influenza anche sulla relazioni matrimoniali. Sceglieva persone fra i devoti più facoltosi, non incapaci, ma suggestionabili per motivi personali e familiari”
BRINDISI – No alla libertà per Paola Catanzaro, l’ex veggente di Brindisi, già Paolo, “alias Sveva Catanzaro”. Negati anche i domiciliari con braccialetto elettronico che la difesa aveva chiesto in subordine. Il Tribunale del Riesame di Lecce ha respinto entrambe le richieste discusse dall’avvocato Cosimo Pagliara, confermando che allo stato, l’unica misura idonea è costituita dall’arresto in carcere.
Il Riesame
La difesa in Cassazione
Gli indagati sono nove, tra loro c’è il marito di Catanzaro, Francesco Rizzo, per il quale il Riesame ha confermato gli arresti domiciliari, respingendo il ricorso discusso nei giorni scorsi dall’avvocato Pagliara (nella foto). Il penalista ha già anticipato la volontà di ricorrere in Cassazione, ma attende il deposito delle motivazioni del collegio. Motivazioni, infatti, non sono ancora disponibili, anche se lo stesso legale ritiene siano legate tanto ai gravi indizi di colpevolezza contestati nel provvedimento di arresto, quanto alle esigenze cautelari, dalla reiterazione dei reati, all’inquinamento delle prove, sino al pericolo di fuga.
Gravità indiziaria: l’influenza sulle relazioni matrimoniali
In attesa della pronuncia della Cassazione, restano da un lato la professione di innocenza dell’indagata, in sede di interrogatorio di garanzia, dall’altro le “conclusioni in punto di gravità indiziaria” evidenziate dal gip, secondo il quale “il complesso quadro probatorio fa emergere un’incredibile e sconvolgente vicenda dalle dimensioni notevoli, protrattarsi per oltre un decennio, che ha visto protagonista Paola Catanzaro e che solo in parte è venuta a galla”.
“L’indagata – si legge – fingendosi per anni in possesso di doti mistico-religiose soprannaturali, approfittando anche dell’appoggio di una parte autorevole degli ambienti ecclesiastici è riuscita a suggestionare numerose persone, per lo più professionisti che hanno rinvenuto in lei un punto di riferimento per la propria spiritualità, affidandole i segreti più intimi, sino al punto da determinare decisioni e scelte di vita fondamentali”. C’è chi ha riferito di aver “intrapreso o di aver sciolto relazioni sentimentali, addirittura matrimoniali”.
Il tal modo – secondo il gip – “è riuscita a insinuarsi subdolamente nelle viste di queste persone, approfittando della fiducia che riponevano nelle sue false doti soprannaturali, raggirandole in maniera artificiosa, proponendo loro opere caritatevoli o improbabili progetti mistico-religiosi, quello delle Croci, finalizzati ad assicurare la salvezza dell’umanità minacciata dal male, per sostenere i quali ha ottenuto ingenti somme di denaro, oltre che consistenti donazioni patrimoniali”.
Il cerchio magico ritenuto attuale e i devoti facoltosi
Catanzaro, ha scritto ancora il gip, “non ha fatto tutto da sola, ma con l’ausilio di un gruppo di più fedeli seguaci che hanno costituito per anni lo zoccolo duro intorno alla sua figura e che hanno costituito il cosiddetto cerchio magico”. Stando alla lettura che della vicenda ha dato il primo giudice, “Catanzaro era brava a scegliere i soggetti maggiormente abbindolabili, tra i devoti più facoltosi”. Persone non incapaci, ma “vittime di truffa”, come ha “correttamente sostenuto il pm” che ha contestato i raggiri, la truffa appunto, e non “il delitto di circonvenzione di incapace” perché “si è trattato di gente più o meno suggestionabile, in seguito a problemi familiari,, frustrazioni personali o familiari, ma in nessun caso ci si è trovato dinanzi a vere e proprie incapacità”.