In Cittadella smobilita anche la Foresteria. Ora tocca ai sindaci intervenire
Coperta da un velo di silenzio, prosegue la demolizione del complesso scientifico-tecnologico di Cittadella della Ricerca da parte di un ente, la Provincia, che aveva la data di morte già fissata all'1 gennaio 2015, ma che vivrà ancora per qualche tempo oltre quella scadenza
BRINDISI – Coperta da un velo di silenzio, prosegue la demolizione del complesso scientifico-tecnologico di Cittadella della Ricerca da parte di un ente, la Provincia, che aveva la data di morte già fissata all’1 gennaio 2015, ma che vivrà ancora per qualche tempo oltre quella scadenza, giusto il necessario perché Regioni e Comuni definiscano i trasferimenti dei poteri e delle competenze. Eppure aprendo la pagina dedicata a Cittadella della Ricerca sul sito della Provincia di Brindisi si legge che “l'obiettivo della Provincia è quello di garantire la crescita del ‘Comprensorio’ in funzione dello sviluppo economico e sociale del territorio”.
“In tal senso: promuove l'adozione di nuovi modelli relazionali tra ricerca scientifica, tecnologia, formazione e l'ambiente economico-produttivo del territorio; diffonde la cultura dell'innovazione e contribuisce a favorire pratiche atte alla realizzazione del trasferimento tecnologico; valorizza le risorse e le vocazioni locali, contribuendo ad inserirle in contesti compatibili con le nuove dinamiche economiche e sociali; analizza l'emergere delle nuove esigenze formative e, in cooperazione con i soggetti deputati a questo compito (sistema scolastico ed università), si attiva per soddisfarle; favorisce e sostiene l'interazione tra gli attori dello sviluppo (ricercatori, imprenditori, rappresentanti istituzionali)”. Testo aggiornato all’inizio dello scorso mese di luglio.
La cosa ha provocato, nell’ordine: l’espulsione dalla foresteria degli studenti che vi alloggiavano, che l’Università del Salento ha dovuto trasferire a Lecce; la rimozione dalla struttura di tutti gli impianti e gli arredi di proprietà della società sfrattata (dai climatizzatori alle cucine, dalle lampade a basso consumo alle piante ornamentali, agli arredi delle aule e via di seguito). Cosa comporterà? Un aggravio dei costi per la Provincia, che se vorrà utilizzare la foresteria dovrà arredarla da cima a fondo accollandosene le manutenzioni. La foresteria non può essere infatti gestita dalla società in house Santa Teresa che non ha tali compiti per statuto. Si parla anche dell’altra società in house Terra di Brindisi Srl, fondata nel 2010 per la cartolarizzazione degli immobili di proprietà dell’ente. Ma se i dati riportati sul sito della società sono aggiornati, la stessa ha solo un dipendente, l’amministratore unico Francesco Zingarello Pasanisi, già capo dello staff di consiglieri di Massimo Ferrarese quando era presidente della Provincia.
Tornando al discorso del futuro di Cittadella della Ricerca, del suo rilancio, e comunque al problema di chi sarà il titolare della gestione del complesso scientifico tecnologico dopo la cessazione della Provincia, la soluzione devono cominciare a trovarla i Comuni del territorio, e soprattutto il Comune di Brindisi e il Comune di Mesagne, che confina con Cittadella e che andrà al voto nel 2015 e potrebbe fare della questione anche un tema di confronto elettorale. Le città interessate oggi certamente più di un ente destinato allo scioglimento allo sviluppo dei propri territori, basato su ricerca, trasferimento tecnologico ed alta formazione, dovrebbero scendere in campo senza alcuna esitazione. Cosa faranno Mimmo Consales e Franco Scoditti? Lasceranno che il declino di questo patrimonio prosegua? Si porranno il problema di dialogare con le tre università pugliesi (Lecce, Bari e Politecnico), oltre che con la Regione, per dare un futuro, basato certo su reciproche convenienze, al complesso scientifico tecnologico bloccandone l’emorragia?