Multiservizi, fine inchiesta: il pm conferma la concussione elettorale
Rischiano il processo Pietanza, ai domiciliari dal 10 maggio, il cognato Sirio e Zuccaro. Luperti resta indagato per peculato e abuso, così come il pediatra Oliva Priore, due dipendenti dell’ufficio Lavoro e cinque impiegati della partecipata
BRINDISI – Il messaggio audio su Whatsapp dal contenuto elettorale, in vista del ballottaggio di due anni fa, e presunte minacce restano il perno dell’accusa di concussione elettorale al termine dell’inchiesta nei confronti di Daniele Pietanza, dipendente della società Multiservizi, partecipata del Comune di Brindisi, ai domiciliari dallo scorso 10 maggio. Così come le intercettazioni rimangono alla base delle accuse di peculato e abuso in atti d’ufficio confermate a carico di Pasquale Luperti, ex assessore all’Urbanistica e consigliere comunale uscente, rimasto fuori dall’attuale tornata elettorale.
Gli avvisi di conclusione
La concussione elettorale
Per Carlo Zuccaro, dipendente Multiservizi, è stata confermata l’accusa di concussione elettorale in concorso con Pietanza. Per Zuccaro, il sostituto procuratore aveva chiesto gli arresti domiciliari, a fronte della richiesta di carcere per Pietanza, respinta dal gip. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il giudice ha riportato il testo dell’audio inviato sulla messaggistica Whatsapp, nei giorni precedenti al secondo turno elettorale tra i candidati sindaco di Brindisi Angela Carluccio e Nando Marino, con invito a votare la prima. Poi risultata eletta. E sostenere Luperti. La voce era quella di Zuccaro, ma l’audio venne spedito dall’utenza cellulare di Pietanza: “Prendiamoci per mano e andiamo a votare il nostro sindaco Angela Carluccio, tutti insieme. Amici miei, votiamo Lino Luperti come consigliere comunale” . E ancora: Buongiorno amici, grazie a tutti per l’ottimo risultato fatto avere al nostro caro amico Lino, adesso tutti insieme dobbiamo votare il nostro sindaco Angela Carluccio, tutti insieme ragazzi, prendiamoci per mano e andiamo a votare Angela Carluccio olee’”.
La lite nella società
In tale contesto marcatamente elettorale, Pietanza avrebbe “ordinato, senza averne titolo, all’ufficio amministrativo della Multiservizi, di non effettuare il pagamento dello stipendio del mese di giugno ai dipendenti della squadra addetta al verde pubblico e coordinata sa Sandro Trane”. Di questo gruppo avrebbero parte cinque brindisini i quali si “erano dichiarato orientate a votare il candidato sindaco Nando Marino”. Trane sporse denuncia lamentando l’accaduto.
Pietanza e Zuccaro, inoltre, avrebbero minacciato il responsabile del settore Affari legali, contenzioso, telefonia, contratti, il cui padre si era candidato a sostengo di Marino: nell’impostazione accusatoria, i due avrebbero fatto sapere alla dirigente che, “ove Nando Marino non avesse vinto le elezioni, avrebbero trovato un cavillo giuridico per cacciarla via dalla Multiservizi”. Tutto questo “in data anteriore e prossima al 20 giugno 2016”.
Il furto dei computer del Comune
Pietanza e Bruno Giannotte sono accusati di furto per aver “asportato sei computer di proprietà del Comune di Brindisi”, custoditi a Palazzo Guerrieri e destinati allo Smart Lab, con danno per l’Ente pari a settemila euro. La ricettazione di uno dei pc è contestata ad Antonio Sirio, cognato di Pietanza, per il quale il pm aveva chiesto i domiciliari, negati dal gip.
Il peculato per l’”appropriazione di quattro pneumatici e altrettanti cerchi di veicoli della Multiservizi” è accusa mossa a Pietanza, Sirio e Nicola Iacobazzi, altro dipendente della partecipata del Comune.
Il peculato
Tutti gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di essere interrogati o ancora domandare un approfondimento delle indagini. Solo dopo il pm deciderà se procedere oltre. Pietanza, intanto, attende la pronuncia della Cassazione: il suo difensore, Livio Di Noi, ha presentato ricorso dopo che il Tribunale in funzione di Riesame ha negato la libertà rimarcando l’attualità delle esigenze cautelari, sebbene l’indagato abbia negato di aver mai minacciato i dipendenti della Multiservizi. Ha ammesso, invece, di essere stato amico di vecchia data di Luperti e di essersi limitato a simpatizzare per lui nel periodo della campagna elettorale, versione 2016.