“Non posso sbagliare, mi mandano al 41 bis: quando esco sarà l’apocalisse”
Sequestrati nuovi pizzini scritti in carcere da Raffaele Martena e destinati al cugino: “Sono uomo d’onore, diabolico e malavitoso”
BRINDISI – “Sappi che Raffaele Martena è uomo d’onore non come tanti falsi malavitosi, io sono malavitoso allo stato puro, anche da qui dentro e tale morirò. Quando esco sarà l’apocalisse, ma non posso sbagliare, sennò mi mandano al 41 bis”.
Le sfoglie dal carcere
Si tratta di cinque missive provenienti dalla casa circondariale di Terni “scritte da Martena, il cui contenuto non lascia dubbi”, si legge nell’informativa della sezione Catturandi della Mobile. “Tuo cugino” o ancora “caro cuginetto” è scritto in tutte e cinque le lettere. “Raffaele Martena continuava a impartire disposizioni su quanto doveva essere messo in atto fuori dal carcere dagli adepti del sodalizio”, considerato come versione contemporanea della Sacra Corona Unita.
Gli omissis sui nomi degli affiliati
Tra gli affiliati, secondo la Dda, ci sarebbe stato anche Andrea Martena, al quale il Riesame ha negato il ritorno in libertà. A ragazzo, Raffaele Martena ha scritto: “Quando uscirò creerò delle grandi cose e tu fari parte dei miei discorsi”. In una delle lettere sono anche scritti i nomi di brindisini a cui recapitare i messaggi. Nomi, al momento, secretati in attesa che arrivino a conclusione gli accertamenti.
“A omissis, riferisci che quando esco ci sarà l’apocalisse e tutto tornerà al suo posto. Li farò prendere paura e non come fanno questi scemi con le mani, con me non c’è questa opportunità”. Per la Squadra Mobile è “chiaro in questo caso il riferimento all’uso di mezzi coercitivi di grande impatto differenti all’uso delle sole mani, lasciando chiaramente apparire che possa trattarsi di armi, esplosivi e di altro, dei quali il gruppo sarebbe in possesso, per esplicita dichiarazione di Andrea Martena nell’auto di Mario Epifani”. Anche Epifani è stato arrestato nella stessa inchiesta e resta in carcere dopo la pronuncia del Riesame.
Appare chiaro, sempre secondo quanto è riportato nell’integrazione d’indagine, che “il tenore delle comunicazioni non lasciano dubbi circa l’esistenza del sodalizio mafioso, costituito da diversi elementi per i quali Martena si adopera per farli ‘camminare’ dall’interno del carcere, lasciando un segno di appartenenza all’associazione”.
La paura del 41 bis
In ogni caso, sino alla “fine dei giorni”, Martena dice che avrà “la testa alta” perché i suoi “valori” e la sua “dignità non sono in vendita”