Tedesco: “Sono io quello della rapina, ho sbagliato”. Protino: “Non ne so niente”
Interrogati dal gip i due giovani di Brindisi accusati di essersi impossessati dell’Audi A4 di un ostunese, minacciato con una pistola. L’arma non è stata trovata. Caccia al complice
BRINDISI – Dopo due notti trascorse nel carcere di Brindisi, Berardo Tedesco ha ammesso e chiesto scusa per l’errore, mentre Samuele Protino si è professato innocente davanti all’accusa di aver minacciato con una pistola un automobilista di Ostuni per impossessarsi della sua Audi A4, in piazza Raffaello.
Gli interrogatori
La rapina e la pistola
Tedesco e il complice, sempre secondo l’accusa, avrebbero preso delle maschere bianche e una pistola, una calibro 7,65 per bloccare l’automobilista a scopo di rapina. Volevano l’Audi A4. Per quale motivo? Probabilmente l’auto di grossa cilindrata serviva per fare altro.
Secondo la ricostruzione degli agenti della Mobile, uno dei ragazzi avrebbe impugnato l’arma per sparare puntando al parabrezza, lato passeggeri, obbligando l’automobilista a fermarsi. L’accusa di aver detenuto l’arma e di averla portata in luogo pubblico è stata contestata a Tedesco, al complice ancora in libertà e a Protino. Ma quella pistola non è stata trovata, né alla pistola hanno fatto riferimento i due indagati nel corso dell’interrogatorio.
Gli indagati Tedesco e Protino
L’Audi venne lasciata in viale Grecia, quartiere Bozzano e fu ritrovata la mattina successiva dagli agenti della Mobile i quali, nella convinzione che prima o poi gli autori della rapina si sarebbero fatti vivi, aspettarono sul posto. Ebbero ragione perché a piedi arrivarono Tedesco e Narcisi.