Rapine nelle tabaccherie e nei market: due condanne e due assoluzioni
Processo con rito abbreviato: sette anni e quattro mesi al brindisino Antonio Grassi, ripreso dalle telecamere e incastrato dal tatuaggio sulla mano; tre anni, dieci mesi e venti giorni per Alfonso Polito, identificato da tracce di Dna. Per Vincenzo Trono e Francesco Franchin, insufficienza di prove. Contestati cinque colpi tra febbraio e maggio 2014
BRINDISI – L’elmo romano tatuato sul dorso della mano destra ha incastrato Antonio Grassi, 29 anni, di Brindisi, mentre il Dna è stato determinante per risalire ad Alfonso Polito, 31 anni: entrambi sono stati condannati come autori delle rapine, consumate e tentate, tra febbraio e maggio 2014, ai danni di market e tabaccherie: sette anni e quattro mesi di reclusione per il primo, tre anni, dieci mesi e venti giorni per l’altro.
Il rappresentante della pubblica accusa, Francesco Vincenzo Carluccio, la scorsa udienza, aveva chiesto la condanna di tutti e quattro i brindisini, arrestati dai carabinieri il 2 marzo 2016, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, confermata dal Tribunale del Riesame. Il pm, nel sottolineare la pericolosità sociale di Grassi (nella foto accanto), aveva chiesto otto anni e sei mesi di reclusione; cinque anni per Alfonso Polito quattro anno e quattro mesi per Vincenzo Trono, infine, due anni e dieci mesi per Francesco Franchin.
Per la prima rapina, quella in una tabaccheria di Brindisi, “l’elemento individualizzante per Antonio Grassi è il tatuaggio” rimasto visibile nonostante “l’indagato stendesse ripetutamente il braccio destro verso il basso nel tentativo di far scivolare la manica del giubbino”. Per il secondo colpo, datato 3 marzo 2014, ancora Grassi con il tatuaggio visibile, che impugna il fucile con la mano sinistra essendo mancino. Per la terza rapina, quella del 4 maggio successivo, il profilo genetico di Grassi è stato trovato su uno dei due passamontagna trovati nell’auto usata, una Lancia Lybra risultata rubata.
Per il quinto colpo, datato 15 marzo 2014, ancora Grassi in azione con il tatuaggio visibile e Polito (foto al lato) il cui “dna è stato trovato sul passamontagna di colore celeste trovato nella Fiat Tipo usata per la rapina”. Tenuto conto delle assoluzioni per Trono e Franchin, il Dna evidentemente non ha retto nell’impianto accusatoria, come evidenziati dalle penaliste Beltrami e Cavallo nel corso delle rispettive arringhe.
Gli imputati nel frattempo sono stati rinviati al giudizio del Tribunale a conclusione dell’inchiesta della Dda di Lecce “The Beginners” sull’affiliazione di nuove leve in seno all’articolazione della Sacra Corona Unita operante a Brindisi, come diramazione del cosiddetto gruppo mesagnese, ritenuto storico dell’associazione di stampo mafioso.