“Scu, danni d’immagine al Comune: imputati condannati al risarcimento”
La Corte d'Assise stabilisce una provvisionale di 30mila euro in favore dell'Amministrazione di Mesagne: a pagare dovranno essere gli imputati Francesco Campana, Carlo Gagliardi, Carlo Cantanna e il pentito Ercole Penna. Brindisi e San Vito non si sono costituiti parte civile nel processo su omicidi e ferimenti
BRINDISI – Danni soprattutto all’immagine del Comune di Mesagne per le vicende interne alla Sacra Corona Unita, scandite dai fatti di sangue. Danni che dovranno risarcire gli imputati condannati all’ergastolo per gli omicidi e i ferimenti avvenuti nel territorio tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000.
Campana e Gagliardi sono stati condannati all’ergastolo, con isolamento diurno per la durata di un anno, per l’omicidio di Antonio D’Amico, fratello del pentito Massimo, alias Uomo Tigre ai tempi della Scu. Condanna a morte eseguita a Brindisi, il 9 settembre 2001, sulla Diga di punta Riso, mentre Toni D’Amico stava pescando. Ma il Comune di Brindisi non si è costituito nel processo.
Così come non si è costituito il Comune di San Vito dei Normanni, territorio nel cui perimetro è avvenuto l’omicidio di Tommaso Marseglia, il cui cadavere venne ritrovato la mattina del 23 luglio 2001. Esecutori materiali, stando alla sentenza della Corte, furono Campana e Carlo Cantanna, entrambi condannati al “fine pena mai” con isolamento diurno per la durata di un anno.
“Per la liquidazione del danno è opportuno rimettere le parti dinanzi al competente giudice civile”, si legge a pagina 207 della sentenza della Corte d’Assise. “Tuttavia è possibile fin da subito porre a carico degli imputati, come da espressa richiesta formulata nelle conclusioni dal patrono della parte civile, un provvisionale immediatamente esecutiva che si stima congruo fissare in trentamila euro”.
Gli imputati vanno, infine, sono stati condannati in solido tra loro a rifondere al Comune di Mesagne le spese dell’azione civile.