Scu e fotovoltaico, in carcere dopo condanna definitiva
Cosimo Giardino Fai, 60 anni, di Tuturano deve espiare la pena di sette anni e undici mesi: ricorso respinto dalla Cassazione
BRINDISI – L’accusa di estorsione di stampo mafioso nei campi del fotovoltaico alle porte di Brindisi è stata confermata dalla Cassazione dopo l’inchiesta Helios nei confronti di Cosimo Giardino Fai, residente a Tuturano: deve espiare la pena pari a sette anni e undici mesi di reclusione.
L’ordine di carcerazione
L’arresto è conseguenza della pronuncia degli Ermellini. Alla fine dello scorso mese di febbraio la Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi per nove dei dieci imputati finiti sotto processo, a conclusione dell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, chiamata Helios. Annullamento con rinvio solo per la posizione di Ronzino De Nitto, per un difetto di motivazione riconosciuto dai giudici. Gli arresti, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare, furono eseguiti all’alba del 19 settembre 2012.
L’inchiesta della Dda
La pronuncia degli Ermellini è di ieri e mette il punto, come verità processuale passata in giudicato, nei confronti di Cosimo Giardino Fai, riconosciuto come “appartenente alla frangia dell’associazione di stampo mafioso Sacra Corona Unita, riconducibile a Buccarella e operante nel territorio brindisino”. La pena finale di sette anni e undici mesi di reclusione è riferita a un’estorsione, sotto forma di richiesta di assunzione di persone riconducibili al gruppo, nel ruolo di guardiani nei cantieri, alla quale si aggiungono i reati di “furto e danneggiamento, commessi nell’anno 2010”. Fai è stato condotto nel carcere di Brindisi.