Cronaca

Perdeva percolato per strada: sequestrato camion della raccolta rifiuti di Ostuni

Un mezzo per il trasporto della frazione umida dell’associazione temporanea d’imprese che gestisce il servizio di raccolta rifiuti a Ostuni, la Gialplast – Bianco, è stato sequestrato stamani da personale della Digos all’interno dell’impianto di Cdr di Brindisi. Tutto è avvenuto nella tarda mattinata, sotto gli occhi del personale della Nubile in quel momento in servizio

Il camion della Gialplast-Bianco sequestrato a Brindisi

OSTUNI – Un mezzo per il trasporto della frazione umida dell’associazione temporanea d’imprese che gestisce il servizio di raccolta rifiuti a Ostuni, la Gialplast – Bianco, è stato sequestrato stamani da personale della Digos all’interno dell’impianto di Cdr di Brindisi. Tutto è avvenuto nella tarda mattinata, sotto gli occhi del personale della Nubile in quel momento in servizio. Secondo le notizie raccolte, la polizia è arrivata nel piazzale dell’impianto della Nubile subito dopo l’autocarro scarrabile proveniente da Ostuni, con un carico di rifiuti organici, e dopo una serie di verifiche sul camion gli investigatori hanno proceduto con un sequestro penale.

La ragione del sequestro è collegata al fatto che, sempre secondo le prime notizie, l’autocarro lungo il percorso  perdeva abbondantemente percolato. Le norme prevedono che i mezzi per il trasporto dei rifiuti siano invece perfettamente stagni. In base a ciò, la pattuglia della Digos che probabilmente ha incrociato il veicolo della Gialplast – Bianco durante un altro servizio, ha proceduto con il fermo dell’automezzo apponendovi i sigilli. Deciderà poi il pm di turno alla procura sulla conferma del provvedimento della polizia giudiziaria e sulle contestazioni a conducente e imprese interessate.

Riguardo l’anomalia evidente del conferimento dell’umido nell’impianto di Cdr, va detto che si tratta di una operazione autorizzata, per quanto riguarda l’Aro Br1, da un decreto regionale: la chiusura estiva degli impianti di compostaggio privati è la ragione di ciò, ma anche questa è una situazione anomala. Pur trattandosi di imprese private, nel rilascio delle autorizzazioni la Regione Puglia dovrebbe pretendere che gli impianti funzionassero senza interruzioni, per evitare appunto deroghe alle normative che non prevedono che la frazione umida dei rifiuti possa finire negli impianti per il trattamento della frazione secca.


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