Sparatoria al Sant'Elia: fuori pericolo uno dei due gambizzati
Non corre pericolo di vita la vittima che aveva avuto la peggio nella sparatoria avvenuta ieri pomeriggio (30 maggio) in via Benvenuto Cellini, al rione Sant'Elia. Cosimo Iurlaro, 45 anni, si trova ricoverato nel reparto di Chirurgia Vascolare
BRINDISI – Non corre pericolo di vita la vittima che aveva avuto la peggio nella sparatoria avvenuta ieri pomeriggio (30 maggio) in via Benvenuto Cellini, al rione Sant’Elia. Cosimo Iurlaro, 45 anni, si trova ricoverato nel reparto di Chirurgia Vascolare dell’ospedale Perrino di Brindisi. Nel pomeriggio era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. L’uomo, colpito da due proiettili (uno per gamba), aveva perso molto sangue. Le sue condizioni sembravano critiche quando è stato trasportato in Pronto soccorso, ma i sanitari del nosocomio brindisino sono riusciti a bloccare l'emorragia, scongiurando gravi conseguenze.
E’ stata ricoverata nel reparto di Ortopedia, invece, l’altra persona investita dalla pioggia di fuoco: il 58enne Giuseppe Caputo.
C’è poi il giallo di un terzo ferito. Lungo il marciapiede antistante alla scena del crimine (lo spazio compreso fra il cortile perimetrale e il cancello di ingresso di una palazzina al civico 29 B) è stata individuata una scia di sangue lunga una ventina di metri che si perde in un vasto appezzamento invaso dalle sterpaglie. Era il sangue di Iurlaro o di un’altra persona che non è giunta in ospedale? Questo è uno dei tanti dubbi di una vicenda avvolta dalle nebbie.
Subito dopo l’azione delittuosa, i delinquenti si sono dileguati per le vie limitrofe. Iurlaro è stato immediatamente accompagnato in ospedale. Caputo ha seguito lo stesso percorso qualche minuto dopo. Le forze dell’ordine hanno ritrovato almeno 4 bossoli di una pistola 7,65: tre di fronte al portone di ingresso del palazzo, disposti come se formassero i vertici di un triangolo; uno sull’asfalto, a pochi centimetri dal vano posteriore dell'Antara.
Il tentativo di raccogliere qualche testimonianza si è rivelato del tutto vano. Decine di famiglie risiedono in quelle che sono conosciute
Il movente per adesso è un enigma. Si va dalla vendetta scaturita da un dissidio per futili motivi (non sarebbe la prima volta, del resto, che a Brindisi si regolano col piombo delle liti causate da questioni di poco conto), a un regolamento di conti inquadrabile in un contesto malavitoso, visto che entrambi i feriti erano già noti alle forze dell’ordine. Per ora, ad ogni modo, è difficile formulare delle ipotesi concrete. Nelle ultime ore sono stati ascoltati parenti, famigliari e persone vicine alle vittime. I carabinieri stanno lavorando a ritmo serrato per piazzare i primi tasselli dell’intricato mosaico investigativo.
Si parla di
- Via Benvenuto Cellini
- sparatoria