Il vincolo sulla Fontana di Tancredi c'era: ecco la nota della Soprintendenza del 1968
Spesso l’archeologia è stata lo scenario di una vasta filmografia d’avventura e dei testi che ne hanno ispirato le storie. E a Brindisi attorno alle vicende dell’antica Fontana di Tancredi non mancano i colpi di scena, sia sul campo con il ritrovamento dell’imboccatura di una antica fonte romana nel cantiere dove sta sorgendo il discusso palazzo multipiano destinato a sovrastare il monumento, sia negli archivi dove le scoperte sono ancora più clamorose
BRINDISI – Spesso l’archeologia è stata lo scenario di una vasta filmografia d’avventura e dei testi che ne hanno ispirato le storie. E a Brindisi attorno alle vicende dell’antica Fontana di Tancredi non mancano i colpi di scena, sia sul campo con il ritrovamento dell’imboccatura di una antica fonte romana nel cantiere dove sta sorgendo il discusso palazzo multipiano destinato a sovrastare il monumento, sia negli archivi dove le scoperte sono ancora più clamorose.
Ma non si tratta di papiri prossimi al disfacimento, o di polverosi e tarlati manoscritti medievali. Uno dei pezzi di artiglieria che gli oppositori dell’operazione edilizia, già avviata sulla base di una sentenza del Consiglio di Stato, stanno per piazzare sul campo di battaglia è proprio un vincolo sull’area esistente dal 1968, che – e qui sta il giallo, che tale resterà sino a prova contraria – nessuno al Comune di Brindisi e alla stessa Soprintendenza pare abbia trovato al momento del bisogno, vale a dire nel contenzioso con il proprietario protempore dell’area davanti alla giustizia amministrativa.
Si sa, queste faccende sono complesse e a volte sono oggetto di contenziosi civili infiniti. Del resto, l’enfiteusi è una forma contrattuale quasi del tutto abbandonata. E poi non siamo in grado di dire se questo particolare sia citato nell’atto notarile della transazione tra proprietario e costruttore. Insomma, cavilli, interpretazioni che solo il giudice civile può sciogliere. Soprattutto se il signor Labate considera estinto il diritto dell’istituto diocesano, essendo trascorsi più di venti anni dall’attivazione del contratto di enfiteusi.
Certo, sembra che la norma prescriva l’assenso del proprietario all’alienazione del bene, ma chi era davvero il proprietario al momento della cessione della compravendita col costruttore? Tanto più che alla Curia sembrano più interessati a far valere il diritto a ricevere una somma per la vendita del terreno, che a contestare – per ora – il diritto di Labate a vendere. Un braccio di ferro comunque esiste.
Torniamo però alla prima parte del giallo, quella del vincolo. C’è una lettera del 20 febbraio 1968 debitamente protocollata dal Comune di Brindisi due giorni dopo, indirizzata al sindaco protempore dal soprintendente architetto Renato Chiurazzi. Era una nota di risposta ad una lettera ricevuta dalla Soprintendenza il 10 febbraio, e l’oggetto era “Brindisi – Piano regolatore generale – Fontana Tancredi – Zona di rispetto”. In allegato, le planimetrie. Insomma, una cosa utile anche per chi ha invitato ieri la procura della Repubblica a verificare gli iter amministrativi della vicenda, e per chi ha sollecitato invece Comune e Soprintendenza a fermare il cantiere.
Il soprintendente Renato Chiurazzi aggiunse in ultimo: “Si fa presente che le suddette prescrizioni vengono riportate in planimetria con la stessa simbologia pel Piano regolatore generale”. Quindi, nessuno spazio ad equivoci di interpretazione. Il Piano regolatore generale (quello ancora in vigore, firmato da Vincenzo Bacigalupi, Domenico De Salvia, Enrico Nespega, Leonardo Potì e Giulio Redaelli, vide la luce nel 1985, un bel po’ di anni dopo, ma le planimetrie che avevano ricevuto il parere favorevole della Regione Puglia riportavano quelle prescrizioni della Soprintendenza. Dall’attuale Parco del Cillarese si nota un corridoio che raggiunge l’area attorno alla Fontana di Tancredi, è la simbologia è quella delle zone F4: parchi urbani e rispetto assoluto. (Nella planimetria originale, il vincolo per l'area della fontana e la firma del soprintendente dell'epoca)
Quindi il vincolo c’era. Poi che fine ha fatto? Il sindaco Mimmo Consales ha annunciato l’impegno dell’amministrazione comunale a difendere il monumento. Si dovrebbe perciò cominciare col risolvere il giallo della nota del 1968 della Soprintendenza, e la stessa cosa dovrebbe fare la Soprintendenza stessa. Del resto quell’area è strategica per la storia della città, dicono Italia Nostra, Amare Forte a Mare, e tutti i difensori della Fontana di Tancredi, come dimostra anche il rinvenimento della fonte romana, oggetto di sopralluogo la scorsa settimana da parte di Assunta Cocchiaro, funzionaria dell’Altra Soprintendenza pugliese, quella per i Beni archeologici.