Torre Guaceto tra mire politiche e super poteri. Ora chissà chi arriverà
Ci vuole poco a rompere anche il più bello dei giocattoli, e l'Area marina protetta e la Riserva naturale dello Stato di Torre Guaceto lo sono. Questo grave danno ad una delle principali risorse turistiche della provincia di Brindisi e della Puglia può farlo la politica
CAROVIGNO – Ci vuole poco a rompere anche il più bello dei giocattoli, e l’Area marina protetta e la Riserva naturale dello Stato di Torre Guaceto lo sono. Questo grave danno ad una delle principali risorse turistiche della provincia di Brindisi e della Puglia può farlo la politica, se inserisce la presidenza del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto nel valzer delle spartizioni di poltrone e poltroncine. In parte ciò già è avvenuto con il consiglio di amministrazione: basta prendere in mano i curriculum dei consiglieri per rendersi conto che non si tratta né di botanici, né di biologici marini, né di agronomi, né tanto meno di geologi e neppure di ambientalisti.
La lunga strada verso gli attuali livello di autofinanziamento, i progetti ambientali, la partecipazione ai bandi europei e agli Interreg Italia-Grecia e Italia-Albania (quindi l’internazionalizzazione di Torre Guaceto), la gestione delle visite, il marketing e l’immagine dell’Amp e della riserva terrestre, le iniziative per la prevenzione degli incendi, tutto porta la sua firma. E’ lui il deus ex machina, c’è poco da fare. Lo è sempre stato da quando lavora per Torre Guaceto. Un plenipotenziario di fatto, che però ha tirato la carretta.
Chissà perché, questa decisione. Allora c’era un’altra maggioranza politica a Carovigno, ma già soffiava il vento di Mimmo Mele e si sapeva che uno dei suoi primi passi, se fosse diventato sindaco, sarebbe stato quello di applicare a fondo lo spoil system a Torre Guaceto: Ciccolella non poteva cambiarlo, ma il presidente sì perché è una competenza diretta ed esclusiva del sindaco di Carovigno, mentre quello di Brindisi nomina il vice. Secondo alcuni, perciò, il trasferimento di tutti i poteri che contano a Ciccolella sarebbe stata una mossa politica per rendere problematico il percorso del nuovo presidente che Mele avrebbe designato.
“Ritengo infatti impossibile proseguire nel mandato che mi è stato affidato e che viene limitato da comportamenti poco collaborativi e fortemente limitativi delle mie prerogative e dell’incarico che mi è stato affidato per il rilancio mediatico e organizzativo della riserva”, ha spiegato sinteticamente la giornalista lasciando le chiavi del suo ufficio nel complesso del castello di Carovigno. Si dice che la Milani non sapesse della delega speciale, ma questo è a quanto pare il punto di rottura della sua breve esperienza di presidente di Torre Guaceto. Il conflitto è con i poteri di Ciccolella. Il cda, tardivamente da un punto di vista degli interessi politici della nuova maggioranza, non si sa se fortunatamente o meno dal punto di vista di quelli di Torre Guaceto, ha chiuso la questione accettando le dimissioni della Milani da un lato, e revocando contestualmente la procura speciale a Ciccolella, e inviando ogni atto alla stessa connesso al Ministero dell’Ambiente per la valutazione di opportunità, conformità o legittimità che dir si voglia.
Intanto attorno alla riserva, in esponenziale crescita turistica, tanto da destare anche qualche perplessità in chi vorrebbe una minore pressione antropica – nel senso di bagnanti - sulla costa di Torre Guaceto, si scontrano altri interessi che rientrano però nella stretta competenza delle forze dell’ordine e della procura della Repubblica: incendi di auto, aggressioni, che rilevano come le acque e le spiagge di Guaceto siano al centro di contese di segno malavitoso. Anche su questo non resta che attendere che si faccia luce.