Un avvocato esterno in Comitato portuale al posto del presidente Emiliano
Che ci fa nel Comitato portuale di Brindisi uno degli avvocati di Raffaele Sollecito? Semplice: rappresenta con delega il presidente della Regione Puglia. La maggior parte degli altri componenti dell’organo deliberante dell’Autorità portuale non lo hanno riconosciuto. Pochissimi lo hanno associato alle cronache del caso Meredith Kercher, e ancora meno sono stati quelli che si sono posti il problema che andiamo a illustrare
BRINDISI – Che ci fa nel Comitato portuale di Brindisi uno degli avvocati di Raffaele Sollecito? Semplice: rappresenta con delega il presidente della Regione Puglia. La maggior parte degli altri componenti dell’organo deliberante dell’Autorità portuale non lo hanno riconosciuto. Pochissimi lo hanno associato alle cronache del caso Meredith Kercher, e ancora meno sono stati quelli che si sono posti il problema che andiamo a illustrare.
Francesco Mastro è un noto penalista di Giovinazzo, città di mare poco a nord di Bari. Nel 2012 è stato anche candidato a sindaco della città per il cosiddetto Terzo Polo. Un fatto è certo: è amico e persona di fiducia di Michele Emiliano. L’attuale governatore, e segretario regionale del Pd, nel marzo del 2014 quando ancora era sindaco di Bari, lo inserì nella lista dei 40 consiglieri del primo cittadino a titolo gratuito. Mastro fu designato consigliere per i rapporti con l’Autorità Portuale del Levante e le questioni marittime.
Di esterni alla pubblica amministrazione ve ne sono tanti, nei comitati portuali: i rappresentanti delle categorie, delle aziende e dei sindacati, ad esempio, ma ciò è espressamente previsto dalla legge. Bisogna capire invece, dicono i membri del Comitato portuale di Brindisi che si interrogano sul problema, se un rappresentante delle istituzioni locali (quindi della pubblica amministrazione) possa farsi sostituire da chi alle istituzioni stesse non appartiene.
A Brindisi sin qui abbiamo visto poche volte un assessore regionale ai Trasporti, o un consigliere regionale con delega del presidente, ad occupare quella poltrona in Comitato Portuale, ma un delegato esterno mai. La questione non è peregrina e va verificata. Perché se la delega all’esterno è possibile, tecnicamente siamo a posto. Altrimenti le sedute del Comitato portuale potrebbero essere invalidate. Poi c’è anche una questione di opportunità politica.
Quando in Comitato portuale giungeranno questioni spinose e delicatissime, a Brindisi si vorrebbe conoscere direttamente la posizione e il pensiero del presidente della Regione o dell’assessore Giovanni Giannini, perché la transizione verso la riforma della portualità in Puglia non è solo fatta della disputa tra Bari e Taranto, ma anche di altri problemi.