"Eccessivo il credito di Emiliano ad Eni. Il 20 venga a Brindisi per lo sciopero"
Non sono piaciuti alla Cgil di Brindisi i commenti del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla vicenda delle trattative per la cessione del pacchetto di maggioranza di Versalis, la società che controlla tutto il comparto della chimica di Eni
BRINDISI – Non sono piaciuti alla Cgil di Brindisi i commenti del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla vicenda delle trattative per la cessione del pacchetto di maggioranza di Versalis, la società che controlla tutto il comparto della chimica di Eni. “Dalle istituzioni ed in particolare dal presidente della Regione ci saremmo aspettati una presa di posizione immediata, forte e chiara sulla vertenza e soprattutto un atteggiamento perlomeno cauto sulle dichiarazioni di Eni ricevute in sede ministeriale che secondo noi non rassicurano nessuno, anzi!”, dicono la segretaria generale Michela Almiento e il segretario della Filctem, Salvatore Viva.
“Auspichiamo che in tale incontro si possano coinvolgere i diversi livelli istituzionali – è la richiesta al prefetto Annunziato Vardè, da poco insediato -, in particolar modo il presidente Emiliano perché possa ascoltare da parte sindacale che le rassicurazioni verbali del management di Eni Versalis riguardo al polo brindisino non bastano se, di contro, negli ultimi piani industriali di Eni riguardo al nostro stabilimento si è parlato di investimenti esclusivamente per le attività di manutenzione dell’ultima fermata, che non sono state risolutive neanche del problema delle frequenti emissioni in torcia”.
“Se la nostra Regione ha ‘sborsato un sacco di soldi per Versalis’ come afferma il governatore, allora è il momento di far sottoscrivere impegni affinchè le operazioni finanziarie che l’azienda vuole compiere non finiscano per l’essere solo un modo per portare utili ai soci, compreso il governo, ma che servano per concretizzare i programmi già dichiarati in varie parti d’Italia e per il nuovo che ci aspettiamo a Brindisi, oggi, non domani quando lo stabilimento non sarà più competitivo e rischiamo di ritrovarci con centinaia di disoccupati in più e con l’ennesima cattedrale nel deserto”.
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