Il porto attende la soppressione dell'authority: Brindisi e Bari insieme, decisione vicina
Conto alla rovescia per la soppressione dell'Autorità portuale di Brindisi. Non è ancora certo che il decreto di modifica della legge 84/94 sulla portualità seguirà i tempi degli altri provvedimenti del cosiddetto "Sblocca Italia", ma dalle ultime notizie sull'ultima stesura della bozza concordata tra il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, e Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia ma anche responsabile nazionale trasporti e infrastrutture nella segreteria nazionale del Pd, se la riforma non approderà il 29 agosto in Consiglio dei Ministri, l'appuntamento sarà comunque per settembre
BRINDISI – Conto alla rovescia per la soppressione dell’Autorità portuale di Brindisi. Non è ancora certo che il decreto di modifica della legge 84/94 sulla portualità seguirà i tempi degli altri provvedimenti del cosiddetto “Sblocca Italia”, ma dalle ultime notizie sull’ultima stesura della bozza concordata tra il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, e Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia ma anche responsabile nazionale trasporti e infrastrutture nella segreteria nazionale del Pd, se la riforma non approderà il 29 agosto in Consiglio dei Ministri, l’appuntamento sarà comunque per settembre.
Secondo questa bozza, lo ricordiamo, le Autorità Portuali italiane saranno ridotte da 24 a 15, e i nuovi enti diventeranno autorità logistiche portuali di rilevanza europea: Genova-Savona, La Spezia-Marina di Carrara, Livorno-Piombino, Napoli-Salerno, Gioia Tauro, Cagliari-Olbia-Porto Torres, Palermo-Trapani, Augusta-Catania-Messina, Taranto, Bari-Brindisi, Ancona, Ravenna, Trieste-Monfalcone e Venezia-Chioggia, Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta.
Il salvataggio dell’Autorità Portuale di Brindisi perciò è fuori anche da ogni logica politica. La strada è tracciata, resta da verificare i tempi, dopo i rinvii che si susseguono da mesi, della riforma stessa. Secondo alcune fonti, nel “Salva Italia” stanno confluendo troppi temi ed impegni (che vanno dall’edilizia scolastica alle autostrade) per aggiungervi anche la patata bollente delle nuove autorità portuali. Quindi non è scontato che il decreto Lupi-Serracchiani approdi il 29 agosto sul tavolo di Matteo Renzi e della sua squadra di governo.
Inutile dire che la riforma delle Autorità Portuali sta diventando sempre più il banco di prova su cui misurare l’effettiva capacità riformatrice del governo Renzi, e la rapidità con cui intende allineare il sistema logistico italiano a quello europeo, una corsa che – nell’ottica dell’evoluzione globale del trasporto marittimo - non lascerà spazio a chi resta indietro. E’ anche, per Brindisi, l’unica possibilità per tornare nel giro della portualità di rilevanza Ue, per sbloccare fondi e l’iter di un nuovo Piano regolatore portuale, e chiudere il triste elenco delle occasioni perdute.
Bisogna fare del porto un’azienda in attivo, che investe e assume, e Brindisi dovrà dimostrare di avere un sistema compatto di interessi imprenditoriali che abbia peso e considerazione negli indirizzi della futura autorità portuale e logistica che formerà assieme al porto di Bari. Questo conterà più di qualsiasi copertura politica. Se parte dei fatturati delle nuove authority, come prevede la riforma, saranno costituiti anche da percentuali sull’Iva delle merci movimentate, la strada da percorrere è chiara. E’ piuttosto la vecchia politica periferica a nutrire preoccupazioni di esclusioni, perdendo il controllo sulle nomine, e quindi potere. Ma i guasti causati dalla stessa al porto di Brindisi sono stati grandi.