Petrolio: sì della Corte Costituzionale ai referendum delle Regioni
La Corte Costituzionale dà il via libera ai referendum chiesti da nove consigli regionali sulle prospezioni e sulle trivellazioni petrolifere in mare. Oltre al caso recente delle autorizzazioni rilasciate dal governo per le ricerche a 12 miglia dall’Area marina protetta delle Isole Tremiti, quasi tutte le coste pugliesi sono coinvolte dalle attività di società petrolifere soprattutto straniere
La Corte Costituzionale dà il via libera ai referendum chiesti da nove consigli regionali sulle prospezioni e sulle trivellazioni petrolifere in mare. Oltre al caso recente delle autorizzazioni rilasciate dal governo per le ricerche a 12 miglia dall’Area marina protetta delle Isole Tremiti, quasi tutte le coste pugliesi sono coinvolte dalle attività di società petrolifere soprattutto straniere, incluse le coste da Monopoli a Brindisi, con il Parco regionale delle dune costiere, l’Area marina protetta di Torre Guaceto e le coste di Ostuni e Fasano, quelle a maggiore densità turistica. Ora saranno i pugliesi a decidere se vogliono o meno esporsi ai rischi di queste attività estrattive.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano dichiara: “Abbiamo appreso dalla Corte costituzionale che il referendum anti-trivelle si svolgerà, è stato ammesso. Si tratta di un referendum eminentemente politico, che tende a spingere il Governo a elaborare una politica energetica e a dire se in questa politica energetica debbano o meno avere un ruolo le ricerche di idrocarburi e, in particolare, l’eventuale sfruttamento dei pozzi ritrovati, cosa che il governo ancora non ha fatto. Nel frattempo, in attesa di questa risposta, le Regioni hanno chiesto al popolo italiano di decidere se ritengono che la ricerca di idrocarburi e l’eventuale sfruttamento dei pozzi sia necessario all’economia italiana”.
La campagna referendaria, dice Emiliano, si farà “con i consigli regionali, ai quali faccio le mie congratulazioni, perché sono i veri promotori del referendum. I consigli regionali per la prima volta nella storia di Italia hanno capito che basta che cinque di essi non siano d’accordo su una legge dello Stato perché sia possibile chiedere il parere ai cittadini. E questa possibilità va utilizzata anche per altre leggi, perché spesso i governi legiferano senza un adeguato coinvolgimento dal basso degli organismi intermedi e più in generale dei partiti”.
Soddisfazione anche da parte di Dario Stefàno: "Il pronunciamento con il quale la Corte Costituzionale ammette il referendum è assolutamente una buona notizia perché offre la possibilità di coinvolgere e interrogare direttamente le comunità su un modello di sviluppo scelto per il proprio territorio". Il coordinatore di Noi a Sinistra per la Puglia aggiunge che “questa consultazione non fa altro che arricchire il decisore politico e quindi è una notizia che va accolta con assoluta soddisfazione".
::