Amati si ricandida alla Regione: addio alle ambizioni di Elefante e Loiacono
Il pronunciamento della prima sezione civile di Bari si può considerare a doppio effetto: rilancia, con la sospensione della condanna in attesa delle decisioni delle Corte Costituzionale, le ambizioni di Fabiano Amati, e affonda come un siluro inesorabile quelle di Antonio Elefante e di Luciano Loiacono
BRINDISI – Il pronunciamento della prima sezione civile di Bari si può considerare a doppio effetto: rilancia, con la sospensione della condanna in attesa delle decisioni delle Corte Costituzionale, le ambizioni di Fabiano Amati, e affonda come un siluro inesorabile quelle di Antonio Elefante e di Luciano Loiacono, che devono dire addio al sogno di entrare in lista per le elezioni regionali di maggio. E già, perché la prima cosa che Amati ha fatto, ricevuta la notizia della sospensione della condanna in appello a sei mesi, è stata quella di ricandidarsi. E lo stesso hanno già fatto gli altri due consiglieri uscenti, Pino Romano (attuale capogruppo del Pd in consiglio regionale) e Giovanni Epifani.
Per l’imprenditore edile ostunese si tratterebbe della seconda legislatura, idem per Amati, mentre per Romano si tratterebbe della terza, il massimo consentito dal regolamento di partito (la direzione ha autorizzato una quarta legislatura in Puglia solo per Mario Loizzo). Quindi, visto che certamente la federazione provinciale presenterà agli organismi dirigenti regionali del partito Democratico la proposta di ripresentare i tre uscenti, restano solo due posti disponibili, ma quelli come si sa toccano alle donne. Quindi le aspettative di Antonio Elefante, segretario cittadino del Pd di Brindisi, e del presidente del consiglio comunale Luciano Loiacono, sono crollate nel seminterrato.
Amati però, ritenendosi innocente e un po’ vittima della giustizia che applica la legge Severino, ma riconoscente nei confronti di quella che ha inviato le carte alla Consulta sospendendo la condanna di secondo grado, aveva tutt’altra intenzione che ritirarsi a vita privata rituffandosi nella professione, in attesa che qualcuno gli dicesse se è stato rispettato o meno il dettato costituzionale nei suoi confronti sottoponendolo ai rigori della Severino. Infatti eccolo lì ai nastri di partenza, dopo aver fatto anche l’assessore alle Opere pubbliche e alla Protezione civile della giunta Vendola.
Il partito della città, per avere un consigliere regionale, a questo punto ha solo una strada. Indicare e sostenere una forte candidatura femminile. Ne sarà capace? Lo sapremo presto.