Politica

Il voto sezione per sezione. Crisi Pd

BRINDISI – Parlare di “vendette personali” per rispondere alla critiche e alle riflessioni di chi tenta di leggere le ragioni della sconfitta elettorale del Pd a Brindisi il 24 e 25 febbraio, vuol dire non fare i conti con la storia, che è fatta di dati precisi. Il Partito democratico brindisino è in piena rotta in tutta la città e in tutti i quartieri, dissipando non solo metà dell’elettorato delle precedenti elezioni e non solo al cospetto del Movimento 5 Stelle ma anche del Pdl. Lo dicono i numeri rilevati e organizzati dall’associazione Sviluppo e Lavoro, che ha ricavato un grafico impietoso sul voto al Senato: in un partito della sinistra europea basterebbe da solo a motivare (come si usa altrove) dimissioni irrevocabili dei gruppi dirigenti al completo.

Il grafico realizzato da Sviluppo e Lavoro

BRINDISI – Parlare di “vendette personali” per rispondere alla critiche e alle riflessioni di chi tenta di leggere le ragioni della sconfitta elettorale del Pd a Brindisi il 24 e 25 febbraio, vuol dire non fare i conti con la storia, che è fatta di dati precisi. Il Partito democratico brindisino è in piena rotta in tutta la città e in tutti i quartieri, dissipando non solo metà dell’elettorato delle precedenti elezioni e non solo al cospetto del Movimento 5 Stelle ma anche del Pdl. Lo dicono i numeri rilevati e organizzati dall’associazione Sviluppo e Lavoro, che ha ricavato un grafico impietoso sul voto al Senato: in un partito della sinistra europea basterebbe da solo a motivare (come si usa altrove) dimissioni irrevocabili dei gruppi dirigenti al completo.

A meno che non si voglia parlare di arretratezza politica e culturale al cospetto degli usi dei laburisti inglesi e dei socialisti francesi dove chi perde se ne va a casa e viene sostituito da altri (Grillo e Casaleggio non hanno inventato nulla). A Brindisi, dicono le statistiche ordinate in grafico da Sviluppo e Lavoro, il Partito democratico non ha vinto in alcuna sezione elettorale, né tra i ceti medi, né tra quelli popolari, né nelle zone della città dove la marginalità è moto diffusa. La percentuale più bassa il Pd la tocca alla sezione Torretta - Kennedy (Paradiso), con il 17,60%. Quella più alta a S. Chiara - Don Milani.

Il Pd perde in tutti i quartieri dal movimento di Grillo, ma anche dal Pdl, che batte solo a Bozzano, al Centro - Perasso, alla sezione del rione La Rosa, a S.Elia – via Mantegna, e appunto a S. Chiara – Don Milani, dove va oltre il 25 per cento. Non contano più neppure i voti raccolti nelle elezioni comunali. Sinistra Ecologia e Libertà presenta un risultato minimo alla Torretta – Kennedy con il 4,73%, ed uno massimo al Casale – via Marco Valerio. Il Pdl è secondo ovunque tranne che in quattro sezioni, e batte Grillo solo una volta, al Perrino, dove ottiene il 29,01%, mentre il M5S fa un 25,33% e il Pd il 19,63%.

Il Movimento 5 Stelle è primo in tutte le altre sezioni elettorali. Va oltre il 30 per cento al Casale – via Maddalena (35,41%), ai Cappuccini (31%), alla Torretta – Kennedy (32,98%), alla Commenda – via Mecenate (31,34%), alla via Provinciale S.Vito – Centro – Salvemini (30,37%). Ora chi conosce bene la città rifletta su come si sono perse le relazioni con la società civile, i problemi, le difficoltà della gente. Chi non ha capito tutto questo pur occupando incarichi politici di responsabilità dovrebbe presto spiegarne in maniera convincente le ragioni ai propri iscritti e simpatizzanti, come pare annunci di voler fare proprio il Pd. Ma affrontare le critiche senza poi cambiare nulla sarebbe proseguire sulla strada della dissoluzione, perché si è visto che l’amministrazione comunale non ha fatto né da faro, né da ancora di salvezza.

Il voto al Senato quartiere per quartiere


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