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Intervento/ Sul Centro ricerca Enel sbaglia

Crediamo sia sbagliata la strategia industriale di Enel, di ripensare al ribasso le attività di Ricerca a Brindisi, in un territorio dove, al contrario, la situazione impone impegni straordinari in campo ambientale. E' una strategia dal respiro corto riguardo al futuro.

Il modello di laboratorio da cui è nato l'impianto di abbattimento e cattura della Co2

Crediamo sia sbagliata la strategia industriale di Enel, di ripensare al ribasso le attività di Ricerca a Brindisi, in un territorio dove, al contrario, la situazione impone impegni straordinari in campo ambientale. I Piani strategici della Divisione Ingegneria e Ricerca presentati da Enel, nei quali sono annunciati e confermati esuberi nel Centro Ricerca evidenziano che, nella crisi, si guarda solo a quali possano essere gli investimenti più sicuri per recuperare le perdite, con una strategia dal respiro corto riguardo al futuro.

Brindisi ospita un impianto che garantisce a Enel circa il 25% della propria produzione energetica, il Centro Ricerca è nato per garantire studi sui reflui delle Centrali termoelettriche e sulla tutela ambientale. E’, a nostro avviso, un errore sul piano industriale non continuare a investire per ambientalizzare e innovare su Brindisi, implementando l’attività di ricerca e il numero degli addetti,così come era stato concordato, invece che ridimensionare.

Inoltre gli impegni di Enel, sul Centro Ricerca a Brindisi, oltre che da scelte strategiche, sono dettati da accordi istituzionali, contenuti in tutte le convenzioni energetiche. Puntare a una politica energetica che riduca gli impatti è essenziale, così come è necessaria una nuova strategia di sito, per rilanciare e sostenere il ruolo determinante della Centrale Federico II di Brindisi, nel nuovo contesto energetico italiano. C'è bisogno, dunque, di grande realismo e di proposte concrete in grado di essere perseguite.

*segretario genarale Cgil Brindisi

 


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